Smells like cancellettismoLa fallimentare causa contro i Nirvana dell’ex neonato nudo di Nevermind

Il 30 enne Elden Spencer ha accusato di traffico sessuale i componenti ancora vivi della storica band grunge per aver scelto una sua foto da bambino in piscina come copertina dello storico album. La risposta del batterista Dave Grohl (ora frontman dei Foo Fighters) è dura, ma necessaria in questi tempi suscettibili

Nevermind, Nirvana

«Se c’è uno che s’è tatuato Nevermind sul petto è lui, non certo io», dice Dave Grohl ex-batterista dei Nirvana, riguardo alla disputa che, sotto il sole della California, lo contrappone (insieme a Krist Novoselic, a Courtney Love, vedova Cobain, e all’etichetta Universal), al 30enne Spencer Elden, versione adulta del neonato in copertina di quell’album leggendario.

Da qualche tempo si sapeva che Elden aveva intrapreso azioni legali chiedendo un sostanzioso risarcimento per i danni psicologici seguiti alla sua inconsapevole partecipazione, perché il bambino nella foto è nudo come mamma l’ha fatto, immortalato sotto il pelo dell’acqua di una piscina, con le braccia protese che sembrano sul punto d’afferrare una banconota da 1 dollaro. Un’idea voluta da Cobain per la copertina dell’album che avrebbe consacrato il suo progetto, anche se Kurt all’inizio aveva in mente solo il bambino subacqueo e i dollari arrivarono dopo un brainstorm in cui vennero presi in considerazione diversi altri simboli, tra cui un amo da pesca, una bistecca e un burrito.

Alla fine l’immagine del cucciolo già attratto dal dio denaro aveva vinto e il fotografo Kirk Weddle l’aveva realizzata a Pasadena, grazie a una coppia di amici e al loro piccolo, Elden appunto, disponibile in cambio di 200 dollari. Quando dalla casa discografica avevano fatto notare che l’esposizione delle nudità del bambino avrebbero provocato controversie, Cobain liquidò la faccenda proponendo di coprirle con l’adesivo «Se quest’immagine ti turba, sei un potenziale pedofilo». E così la foto, abbinata alla voce di Cobain, diventò l’icona del grunge anni Novanta, al punto da venire acquisita nella collezione del Moma.

Poi gli anni sono passati, i Nirvana sono finiti e Cobain se n’è andato già nel ’94, ma quel disco e quell’immagine sono rimasti nella storia della musica americana. Anche Spencer cresce e comincia a fare i conti coi suoi bizzarri inizi da cover star. Da teenager s’appassiona all’arte, ha voglia di farsi notare ed entra come stagista nella factory Obey Giant di Sheperd Fairey, uno che se n’intende di immagini iconiche.

Già nel 2008, a 17 anni, Elden realizza il primo il re-enactement della celebre immagine subacquea, non più nudo – anche se lui avrebbe voluto – ma con indosso il costume e col solito foglio da un dollaro a galleggiargli davanti al naso. È la prima di tante volte, perché le richieste fioccano e c’è da guadagnarci. Ma di recente la storia cambia direzione. Convinto ci sia una posta seria da conquistare a colpi di carte bollate, Spencer presenta un esposto dai toni inequivocabili: l’immagine che lo rappresenta nudo venne a suo tempo studiata per provocare stimoli erotici in chi la osservasse e la sua psiche è rimasta danneggiata dal fardello sopportato in quanto titolare del piccolo pene esposto agli occhi del mondo.

Sembrava una trovata pubblicitaria, ma l’aggressività degli avvocati di Spencer ha convinto Dave Grohl a chiarire una volta per tutte la questione. Grohl è passato al contrattacco per vie ufficiali e prima di Natale ha fatto presentare una mozione in cui si richiede l’immediata cancellazione di ogni azione legale al riguardo.

La lettura del documento è interessante: «Elden ha passato tre decenni a trarre profitto dalla sua celebrità proprio impersonando il Nirvana Baby. Infinite volte ha rimesso in scena la foto in cambio di quattrini, s’è fatto tatuare sul petto “Nevermind”, ha autografato copie della copertina dell’album in vendita su eBay e in un’intervista s’è vantato di usare questa storia per rimorchiare le ragazze». Pare che la battuta usata in questi casi fosse: «Vuoi vedermi nudo come sulla copertina?».

Un liscio e busso, che in conclusione assume toni severi: «L’affermazione di Elden secondo cui la foto di copertina è pornografia infantile è risibile. Lo chiariscono un breve esame della fotografia e la condotta di Elden, per non parlare della presenza della fotografia nelle case di milioni di americani, secondo lui colpevoli di possesso di materiale pedopornografico». Fino alla conclusione: «Oltre alle affermazioni sulla pornografia infantile, Elden sostiene d’essere stato vittima di traffico sessuale per la realizzazione della foto. Tesi assurda: la legislazione invocata per giudicare questo evento che risale al 1991, è entrato in vigore nel 2003 e non ha valore retroattivo».

Colpito e affondato il giovane Spencer e la sua ricerca di un quarto d’ora di popolarità. In un’altra intervista Elden confessava d’essersi aspettato un po’ di soldi per la sua partecipazione a quel successo planetario e che150mila dollari gli sembrava una cifra equa. Ma soprattutto si lamentava dell’esclusione: «Una cosa è fare una foto per un album qualsiasi, un’altra è venderne 30 milioni di copie e far finta di non conoscermi. Io i Nirvana non li ho mai incontrati. È frustrante essere trattato come se non esistessi». 

Magari a sentirlo, uno dal cuore tenero come Kurt si sarebbe impietosito. Emerge anche che a una festa d’addio al nubilato delle ragazze ricche di LA l’abbiano assoldato solo per il piacere di fare in bagno in piscina col baby di “Nevermind”. Se ci pensate dev’essere una strana vita, vista dalla sua angolazione. 

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