Analfabetismo politicoIl problema dell’atteggiamento fascista di un certo antifascismo in Italia

Come dimostrano le piazze del vaffanculo riempite e sobillate da sovranisti e populisti, il nostro Paese ha ancora i germi del virus secolare da cui pretende di essersi liberata con l’antidoto di cinque cadaveri appesi in Piazzale Loreto

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Certa incapacità di vedere il fascismo dove questo c’è sostanzialmente (ne ha scritto ieri Francesco Cundari, e mi permetto di aggiungere che quel fascismo è tanto più evidente e temibile quanto più sopravvive sotto le forme che retoricamente lo rinnegano), non costituisce un’aberrazione episodica e marginale del corso repubblicano: ma il portato essenziale di una medesima storia, di una identica tradizione, e la perseveranza in purezza di una lunga affermazione identitaria di cui il fascismo è stato conato e la Repubblica antifascista la più duratura realizzazione sostanziale.

È una realtà difficilmente denunciabile presso il potere consuetudinario che trae vantaggio – di allocazione sociale, di carriera, di roba – da quella mistificazione, ma non è facile discuterne con speranza di ascolto nemmeno presso quelli che per pigro fraintendimento vi si subordinano in modo consolatorio, facendo le viste di potersi limitare al rilievo della fastidiosa stecca fascista nel complesso di un’orchestra dopotutto armonica. 

Ma la realtà è che ogni giro illiberale e conformista, sopraffattorio, violento, della strada antifascista aveva e ha ancora, oggi, patente stampo fascista: o, ed è lo stesso, anzi è peggio, non era riconosciuto per tale dal potere antifascista. 

Ciò a cui abbiamo assistito negli ultimi dieci anni e massimamente negli ultimi due, con l’antifascismo ora indifferente ora complice nell’esperimento baldanzoso, protervo, rivendicativo della più pura riaffermazione dell’essenza fascista italiana; e tutto ciò, et pour cause, mentre più generosa era la fioritura dei movimenti e dei libri e delle commissioni e delle giornate nazionali contro l’odio, e delle mobilitazioni parlamentari per le leggi di civiltà presidiate da tanta bella galera democratica, denuncia in modo definitivo che l’Italia è pregna del virus secolare da cui pretende di essersi liberata con l’antidoto di cinque cadaveri appesi in Piazzale Loreto.

Si è ancora accettabili, in questo Paese, se si dice che il fascismo non ha prodotto proprio niente di buono. Ma non si è accettabilmente antifascisti se si dice che tra le cose cattive prodotte dal fascismo c’è l’antifascismo che ha portato a lasciar riempire, e a volte ha riempito, le piazze del vaffanculo.

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