Per l’Ucraina, Per l’EuropaCon il popolo e il governo ucraino aggrediti da Putin

Domenica 13, al Teatro Parenti, l’incontro organizzato da Linkiesta, Repubblica e Andrée Ruth Shammah con le firme dei due giornali e tanti artisti e autori contrari all’invasione militare decisa dal Cremlino

LaPresse

Questo giornale, assieme al più importante quotidiano italiano, La Repubblica, e a quel febbricitante generatore di attività culturali e di passioni civili che è il Teatro Franco Parenti guidato da Andrée Ruth Shammah, promuove l’incontro “Per l’Ucraina, Per l’Europa” (domenica 13 marzo, ore 18:30 al Parenti di Milano) per esprimere piena solidarietà al popolo e al governo ucraino oggetto di un’aggressione militare orchestrata dalla cosca criminale del Cremlino.

Per l’Ucraina, quindi, ma anche per l’Europa perché sebbene l’Europa sia al momento soltanto sfiorata dalla guerra è evidente che l’obiettivo di Vladimir Putin sia il superamento della democrazia liberale che con la sola esemplare presenza minaccia il suo potere assoluto esercitato sui sudditi russi.

Quello di Putin è un intento strategico palese, non segreto, esplicitato in tanti discorsi in russo, in tante interviste in inglese, in tante invasioni militari in Cecenia, in Georgia, in Ossezia, in Crimea e nel Donbas, per non parlare della Siria, in tanti omicidi o tentati omicidi politici di giornalisti, di oppositori, di ex amici e di dissidenti, in tante retate di militanti democratici, in tante ingerenze nei processi elettorali dell’Occidente libero, e in tanti petrorubli con cui ha corrotto i partiti politici e contribuito a diffondere il caos per smantellare l’Europa con la Brexit, a indebolire la Nato con quel fesso di Donald Trump e a giocare a briscola con l’Italia dei suoi groupies del popolo a Cinquestelle e in t-shirt celebrativa della propria dabbenaggine. 

La dottrina di Putin, descritta meravigliosamente da Timothy Snyder in The road to unfreedom (in italiano La paura e la ragione – Rizzoli), è un frullato di eurasiatismo anti slavo e anti occidentale elaborato dal filosofo Lev Gumilëv, di totalitarismo cristiano risalente al filosofo fascista Ivan Il’in e di idee naziste del guru rossobruno Alexander Dugin, in realtà un personaggio più amato dal Tg2 dell’epoca del Conte gialloverde che dallo stesso Putin, il quale lo ha messo ai margini perché troppo estremista anche per il Cremlino. 

Analisti, esperti, scrittori, artisti italiani e ucraini che gravitano intorno a Linkiesta, a Repubblica e al Parenti racconteranno la situazione drammatica degli aggrediti, la sofferenza dei profughi, la resistenza delle città contro l’esercito aggressore e le possibili vie per fermare il massacro, purtroppo ancora vaghe e lontane. 

Non ci saranno “sì, ma”, “sì, però”, “né con l’aggressore né con l’aggredito” sul palco del Parenti, intanto perché questi distinguo indecenti si possono apprezzare quotidianamente nei talk show della 7 di Cairo, nei giornali che mestano nel torbido e nelle riflessioni dei professori del piffero, delle filosofe incapaci di articolare un pensiero e dei cervelli in fuga che rilanciano le veline oscene di Putin.

Sul palco del Parenti non ci saranno distinguo pretestuosi perché un fatto chiaro, acclarato e concreto come l’invasione militare di un paese straniero, libero e democratico, si deve raccontare e commentare per quello che è, non come se non fosse mai accaduta, come dicono adesso i capi bastone del Cremlino perché ormai consapevoli che è meglio negare l’evidenza piuttosto che continuare a ripetere argomentazione deboli (le stesse che, invece, vanno per la maggiore tra gli intellettuali italiani residenti in televisione). 

Ricordiamo, per comodità e con imbarazzo, la sequenza delle argomentazioni “complesse” avanzate dagli utili idioti di Putin nelle ultime settimane: prima sostenevano che Mosca non avrebbe mai invaso l’Ucraina e che semmai si trattava di bieca propaganda guerrafondaia degli americani, e qui va ricordato che è stata la Repubblica di Maurizio Molinari già nel 2021 a svelare i piani d’aggressione dei russi, prendendosi le minacce del Cremlino e le risatine degli analisti di Twitter pronti a denunciare tensioni bellicose ovunque tranne dove ci sono in piena vista. 

Poi hanno rilanciato la panzana che Putin aveva ritirato i carri armati, da geniale stratega capace di vincere una guerra lampo senza nemmeno farla. Infine, di fronte all’avvenuta aggressione negata fino al momento prima hanno individuato i colpevoli della crisi tra i dirigenti della Nato del 2000, per decisioni vecchie di due decenni.

Tutte scemenze, con la Russia che torna a negare di aver invaso l’Ucraina. E mentre i missili distruggono volutamente scuole e ospedali, e non per sbaglio, la formidabile soluzione offerta dagli apologeti delle ragioni del Cremlino è quella della resa incondizionata degli ucraini, fino al paradosso di imputare la responsabilità dei morti civili e dei profughi in fuga dalla guerra a chi come il presidente Zelensky rifiuta di consegnarsi al capo del mandamento di Mosca. 

E poi la litania di “vanno comprese le ragioni di entrambe le parti” e il fastidio per chi si ostina a non arrendersi all’invasore. Basterebbe che le vittime si consegnassero a Putin per dichiarare la fine delle ostilità, no? Senza mai nemmeno immaginare di chiedere magari proprio all’aggressore di tornarsene a casa, quale via liu diretta per fermare la carneficina. 

Un incontro al Teatro Parenti per l’Ucraina e per l’Europa, quindi, ma non contro i russi. Anzi all’ambasciata russa di Roma che su Twitter ha annunciato di aver aperto un numero verde per raccogliere le segnalazioni di discriminazioni subite dai cittadini russi in Italia, suggeriamo semmai di aprire un numero verde a Mosca, il posto giusto dove denunciare le vessazioni nei confronti dei cittadini russi che ogni giorno vengono silenziati, pestati e incarcerati perché colpevoli di esprimere il dissenso sui crimini di Putin e della sua cricca.

A Mosca, non a Roma, signori dell’ambasciata russa. A Mosca, non a Kiev, non in Europa, non al Teatro Franco Parenti. Qui siamo per l’Ucraina, per l’Europa.

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Il programma e la diretta di Per l’Ucraina, per l’Europa.

L’incontro sarà tramesso su Linkiesta.it e sui canali social del giornale a partire dalle 18:30 di domenica 13 marzo 2022.

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