Pancetta o guanciale? L’eterno dilemma sulla carbonara arriva in campagna elettorale grazie al segretario del Partito Democratico Enrico Letta, che ha rilanciato la parodia di un manifesto dem. D’altronde, come ha detto Matteo Salvini incontrando gli allevatori casertani, «l’uomo è ciò che mangia, se mangia bene viene su un uomo per bene, se mangia schifezze viene su una schifezza». Pazienza se in questi anni il leader della Lega abbia collezionato decine di selfie mentre ingurgitava qualunque tipo di panino e dolce. Ora è il tempo del made in Italy. Nel dubbio la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni si è messa a preparare i panzerotti pugliesi, ospite di una manifestazione a Ceglie Messapica.
Oltre al folklore enogastronomico dei politici nostrani, ci sono i programmi elettorali. Con la crisi energetica e alimentare mondiale causata dall’invasione russa in Ucraina, l’agricoltura ha ottenuto ampio spazio tra le promesse di tutti i partiti. Investimenti, sostegno alle imprese, tutela delle filiere sono temi trattati sia a destra che a sinistra, spesso con ricette che si ripetono. Il cibo, invece, resta più defilato. Con una proposta bipartisan che va da Berlusconi a Di Maio: azzerare l’Iva su pane, pasta e latte.
Il Partito Democratico promette il reddito alimentare. Un sostegno da realizzare «tramite un sistema digitale che permetta alle persone indigenti di ricevere un determinato numero di pacchi alimentari, attraverso il recupero del cibo, che rischia di essere sprecato, dalla distribuzione e la sua successiva erogazione in centri di distribuzione messi a disposizione dai Comuni». I dem vogliono che tutti abbiano accesso a un’alimentazione sana. Così mettono nero su bianco l’impegno «a rendere universale e gratuito l’accesso alle mense scolastiche».
Il centrodestra punta sulla «salvaguardia del comparto alimentare». Si parte con la lotta al Nutriscore, il sistema di etichettatura già in uso in Francia e al vaglio dell’Unione Europea che assegna colori e lettere in base alla salubrità degli alimenti. Giorgia Meloni vorrebbe «un liceo del Made in Italy» e dichiara guerra ai cibi Italian sounding, le imitazioni delle nostre eccellenze enogastronomiche «che ogni anno ci rubano decine di miliardi». La coalizione insiste per la tutela delle specificità agricole italiane e la loro promozione sui mercati esteri. La Lega chiede di istituire «un vero Ministero per l’Agroalimentare» per difendere la filiera e i distretti produttivi, ma anche per supportare il sistema dei consorzi di tutela dei prodotti di qualità.
L’alleanza Verdi-Sinistra dedica un capitolo del programma all’«Italia del mangiare sano». Qui Bonelli e Fratoianni chiedono lo stop all’apertura di nuovi allevamenti intensivi e all’ampliamento di quelli esistenti. Morale della favola: bisogna ridurre il numero di animali allevati. In compenso i due partiti spingono per la «promozione delle scelte alimentari vegetali e della riconversione della produzione verso prodotti a base vegetale». I rossoverdi vorrebbero introdurre la “Patente del Cibo” per garantire che le pietanze consumate siano prodotte nel rispetto dei diritti e della dignità di tutte le persone impegnate lungo la filiera, dell’ambiente e dei consumatori «che hanno diritto ad un cibo biologicamente ed eticamente sano».
Il Terzo Polo di Calenda e Renzi propone di potenziare e stabilizzare le risorse del fondo aiuti alimentari, nato per sostenere i comparti agricoli in crisi e le attività del terzo settore impegnate sul fronte della povertà alimentare. Il Movimento 5 Stelle vuole incentivare la filiera corta, oltre a valorizzare i prodotti DOP e IGP.
Italexit, il partito antisistema di Gianluigi Paragone, promette politiche a supporto dei ristoratori penalizzati dagli aumenti delle bollette e dei costi primari. Ma anche misure che salvaguardino «i settori della produzione vitivinicola». Gli euroscettici vorrebbero pure introdurre il primo censimento delle sagre e delle feste di paese «al fine di renderle genuine e abolirne lo svolgimento ove si riscontrassero degli illeciti». E qui Paragone stila un paio di esempi come la sagra dell’hot dog a Cortina o quella della carne argentina a Cinisello Balsamo. Buon appetito.