I farmers markets non esistono per caso e questo è il momento di sottolineare l’importanza del lavoro che contadini, organizzatori, manager e tanti volontari svolgono tutti insieme in tutto il mondo per portare nelle città i prodotti delle campagne ma anche la cultura e le tradizioni contadine.
La World Farmers Markets Coalition rappresenta una quarantina di paesi e circa sessanta tra associazioni di farmers markets e supporter partners in tutti i continenti che si sono mobilitati per celebrare il ruolo che i mercati contadini stanno svolgendo per sviluppare un nuovo food system basato sulla produzione, distribuzione diretta e consumo di cibo locale.
Feste, iniziative di solidarietà, pranzi e cene di comunità, workshops, si stanno svolgendo in tutti i continenti, una vera maratona celebrativa di una settimana che ha l’ambizione di rinnovarsi ogni anno e coinvolgere sempre più mercati, contadini, consumatori e comunità locali in ogni angolo del Paese.
I mercati degli agricoltori rappresentano una realtà che cresce sempre di più: il fenomeno si sta espandendo dall’estremo nord del globo all’estremo sud e soltanto in Italia – grazie al lavoro di Fondazione Campagna Amica e ai due anni di pandemia – sono stati inaugurati oltre 60 nuovi farmers markets.
Dall’Alaska al Cile, dalla Norvegia alla Nuova Zelanda senza trascurare gli esempi virtuosi di tanti paesi africani una spesa biodiversa, non globalizzata trova sempre più interesse nei cittadini, nel mondo della ristorazione di qualità e anche tra le giovani generazioni.
Un sistema che promuove le relazioni umane, un sistema che offre la possibilità di scegliere un cibo di comunità in maniera complementare rispetto a quello industriale.
Fare la spesa nei mercati contadini significa avere una media di 15, 20 scambi sociali contro gli uno o due di chi fa la spesa al supermercato, ma anche favorire l’economia locale, sostenere la vita delle aree rurali, rivitalizzare e dare nuova vita a quartieri e luoghi spesso abbandonati nelle città. Ma significa anche e soprattutto lavorare quotidianamente e in maniera concreta alla protezione della biodiversità contadina, misuratore indiscutibile dello stato di salute del nostro pianeta.
«Lavoriamo per far crescere sempre di più la nostra settimana – ha dichiarato il presidente Richard McCarthy – in poco più di un anno di vita abbiamo fatto tantissimo lavoro e oggi sono tanti i protagonisti del cibo locale di tutto il mondo con cui ci stiamo confrontando. Ma abbiamo bene in testa che c’è molto da fare per costruire la più grande comunità al mondo di contadini e consumatori che promuovono la produzione ed il consumo di cibo locale».
«Fra qualche giorno le celebrazioni termineranno ma già dal mese di settembre partiranno nuovi progetti della World Farmers Markets Coalition. Faremo partire un’accademia mondiale per formare farmers markets managers, contadini, amministratori locali e nazionali – spiega il coordinatore mondiale della coalizione Carmelo Troccoli – ma grazie al coinvolgimento delle Università di diversi paesi presto promuoveremo un vero e proprio Master di local food policy per fare crescere in tutto il mondo le necessarie competenze per lo sviluppo di un vero sistema del cibo locale».
Tra i progetti di food coalition della Fao i farmers markets svolgeranno un ruolo sempre più importante nelle dinamiche di costruzioni di sistemi del cibo più sostenibili e giusti.