In vino veritasAlba ospiterà il sesto Forum mondiale dell’enoturismo

In arrivo un investimento da sessanta milioni di euro per sviluppare il settore, pilastro del turismo sostenibile e vetrina delle eccellenze italiane nel mondo

Foto QK - Pixabay

Dal 19 al 21 settembre Alba ospita il sesto Forum mondiale dell’enoturismo. Per la prima volta in Italia, il Forum – promosso e organizzato dall’Unwto in collaborazione con Ministero del Turismo, Enit e Regione Piemonte – rappresenta l’occasione per far conoscere al mondo le eccellenze del Belpaese e le prospettive di sviluppo di un settore che, se opportunamente valorizzato, può diventare un driver di sviluppo sostenibile per molti territori; per raggiungere questo obiettivo, il Ministero Turismo ha annunciato l’investimento di 30 milioni di euro che raddoppierà con il contributo delle Regioni.

La pandemia ha profondamente segnato l’intero comparto turistico che, pur mostrando una certa resilienza, è chiamato a innovarsi. Deve saper proporre esperienze capaci di intercettare le esigenze di un pubblico ampio, composto non soltanto da esperti ma anche da coloro che amano scoprire la bellezza, la storia, i valori dei luoghi e della gente che vi vive attraverso il piacere del vino. E strutturarsi per creare valore economico, sociale e culturale per i territori, le aziende e la comunità locale.

Il Forum rappresenterà un momento di confronto e riflessione sulla situazione attuale, le prospettive e le sfide future del comparto. Esperti e operatori discuteranno sul come innovare l’enoturismo, sul ruolo delle creatività come leva per l’innovazione, sulla sostenibilità quale paradigma per generare valore duraturo. I relatori provengono da tutto il mondo. Tra i relatori italiani chiamati a intervenire Carlin Petrini, Mauro Agnoletti (Università degli studi di Firenze), Francesca Planeta (Planeta vini), Luca Balbiano (Urban Vineyards Association) e Filippo Polidori (Polidori and Partners).

Il dato di fondo è confortante: l’Italia è leader in Europa per numero di musei del gusto (129), contro i 107 della Spagna e gli 88 della Francia. L’enoturismo – praticato da un italiano su quattro – vale complessivamente 2,5 miliardi di euro l’anno, grazie al movimento generato dai circa 14 milioni di turisti che visitano le 25mila cantine aperte al pubblico, occupando 30mila lavoratori stagionali.

Dei 28 milioni di italiani che si stima siano andati in vacanza nell’estate 2022, il 39% ha scelto destinazioni a tema enogastronomico, destinando un terzo del budget alla tavola.

Mediamente l’enoturista spende 85 euro al giorno che raggiungono i 160 se si comprende il pernottamento; il profilo tipo indica una donna (51% a fronte del 49% degli uomini) giovane (il 60% ha meno di 35 anni), attenta al benessere (il 90% coniuga il vino al benessere) e informata (nell’82% dei casi cerca informazioni online).

Molto buoni anche i dati sulle prospettive per il futuro: il 43% degli italiani è interessato a vivere almeno un’esperienza di turismo lento, in particolare al di fuori dei circuiti turistici tradizionali.

Tra gli 844 prodotti italiani certificati, quelli vinicoli sono 526 e contribuiscono a generare un fatturato pari a 1,2 miliardi di euro.

Ben maggiori sono i valori di tutto il comparto del vino italiano, oltre 12 miliardi nel 2021, un record già consolidato nel 2022 che nei suoi primi cinque mesi ha visto un aumento del 14,2% delle vendite all’estero (+21,3% rispetto al 2019) dove il vino è il prodotto italiano più amato (per la prima volta le esportazioni hanno superato i 7,1 miliardi di euro).

Gli Stati uniti si confermano il nostro mercato di riferimento extra europeo (796,5 milioni di euro) mentre in Cina le vendite sono diminuite del 10,3% (48,4 milioni) e in Russia del 30,9% (32,7 milioni). In Europa, Germania e Francia (+44%) restano i principali clienti mentre l’export nel Regno Unito riprende quota (+27,2%, pari a 294 milioni) dopo il rallentamento delle vendite provocato dalle difficoltà legate alla Brexit.

Ma non mancano le difficoltà legate allo scenario internazionale. La guerra in Ucraina ha generato un’impennata dei prezzi: rispetto al 2021, una bottiglia di vetro costa il 30% in più, i tappi di sughero sono aumentati del 20% e il trasporto con container e noli marittimi è mediamente raddoppiato e in alcuni casi anche decuplicato.

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