Nell’estate della doppia crisi – guerra in Ucraina e prezzi delle materie prime alle stelle – abbiamo raccolto lo sfogo di Alessandro Pipero, maître e anima dell’omonimo ristorante romano di Corso Vittorio Emanuele: «Volevo fare un’analisi polemica perché, oltre al caldo, questa estate sono subentrati molti altri problemi: la luce, ad esempio, costa come un manager a fine anno, e quindi uno che fa? Prende un manager in più per migliorare l’azienda o paga le bollette? Potrebbe sembrare una cosa banale – continua Pipero – ma è la pura realtà, non è polemica. Come il pecorino che costa più del Parmigiano o il prezzo del diesel che ha superato quello della benzina. Fai una sosta all’autogrill per fare pipì, ti prendi un caffè, un panino e metti benzina, una famiglia media che parte per andare in vacanza, si ferma all’autogrill e ritorna».
Per far quadrare i conti, sostiene Pipero, il ristoratore dovrebbe aumentare i prezzi ma con il rischio di ritrovarsi il locale vuoto: «Il ristorante a fine mese ci arriva a mala pena, prima era un luogo di goduria, di culto, dove rideva il cliente e rideva pure a fine serata il proprietario, adesso è un luogo eroico. Quindi il 25 settembre si vota, speriamo bene, andiamo a votare ma spegniamo pure la luce che è una cosa incredibile. È umiliante perché non sai che fare, con chi te la prendi? Non c’è soluzione. E io sono uno che non molla come molti, ma non vedo soluzione. Il pesce è rincarato, tutte le materie prime sono rincarate, ma i prezzi non devono aumentare perché il cliente giustamente dice “ma sti cazzi”, e non ci viene. E quindi niente, è uno sfogo, stavo in macchina e ho detto “mo’ glielo dico”. Che poi boh, a chi lo dico?».
La denuncia corre sempre più sui social network, ma stavolta la situazione è davvero al limite, e l’autunno si preannuncia problematico.