È drammaticamente significativo che il centrodestra non si renda conto di quanto sia inopportuno ficcare alcuni suoi in certi posti di rilievo istituzionale.
E non perché la controparte non abbia in passato messo in poltrone di vertice dei figuri anche meno provvisti di titoli o, peggio, che potevano vantarne altrettanto infamanti.
Ma perché sei troppo stupido se non capisci di non poter contare sulla vasta rete di corruzione intellettuale, morale e materiale che invece assiste il radicamento, le scelte, le iniziative della cosiddetta sinistra costituzionale e dei suoi assoldati.
Certi rottami comunisti, certi malvissuti sindacalisti, certi virgulti del progressismo pro Hamas, hanno un profilo che in un clima di decenza civile sfigurerebbe quanto quello del gitante a Predappio.
Ma il guaio – e non puoi far finta di non saperlo, anche se non ti piace, non puoi far finta che sia solo il destino cinico e di sinistra – è che lo scimunito che dice che in Urss i diritti sociali non erano mica male trova ottimi salotti che, se non la pensano come lui, almeno lo accolgono come il compagno di strada un po’ intemperante ma dopotutto appartenente al campo largo di una stronzaggine che mena le danze nei giornali, nelle televisioni, nell’università, nel cinema, nel teatro, nei premi letterari, nelle aule di giustizia, e ovviamente dal vertice ai sottoscala delle burocrazie che non cambiano negli avvicendamenti di governo.
Se insomma non capisci – ed evidentemente non lo capisci – che avresti bisogno di accreditarti, o almeno di non screditarti, presso chi, pur lontanissimo da te, sarebbe disposto a guardarti con equanimità, dovresti però capire che chi è predisposto soltanto a farti il mazzo avrebbe qualche difficoltà supplementare se dovesse preparare la prima pagina senza titoli sul fascismo che ritorna.