Siamo davvero sani? Kingdom of the ill: la precarietà della classe creativa riassunta in una mostra

Al Museion di Bolzano, fino al 5 marzo 2023, un’esposizione multidisciplinare cercherà di rispondere a una domanda innescata dalla pandemia: in che modo i sistemi di welfare e l’assistenza aziendale hanno influenzato l’assistenza sanitaria?

Ian Law, The wait is over (ph. Lewis Ronald)

«Ma noi, tra l’ansia sociale e la precarietà della classe creativa, siamo davvero sani?». È probabilmente questa la domanda che sgomiterà nelle vostre menti al termine della visita alla mostra Kingdom of the Ill (fino al 5 marzo 2023) al Museion di Bolzano, a cura di Sara Cluggish e Pavel S. Pyś. Troverete opere e installazioni surreali, eterogenee e ipnotiche, contraddistinte da un unico obiettivo: comprendere in che modo i sistemi di welfare e l’assistenza aziendale hanno determinato (e determineranno) l’assistenza sanitaria. 

Ph. Hugo Glenndinning

Una mostra senza dubbio impegnativa, adatta alle persone più riflessive e che amano usare l’arte come strumento per capire la realtà non solo nel profondo, ma anche da una prospettiva diversa rispetto a quella offerta da libri, social e mezzi di informazione. L’idea di Kingdom of the Ill (Kingdom è ufficialmente scritto “barrato” con una linea che, di fatto, cancella la parola) nasce chiaramente dalla pandemia, portatrice di ansia sociale, incremento dei costi sanitari e di un maggior monitoraggio delle informazioni mediche. Un contesto che ha ingigantito non solo le lacune del nostro sistema sanitario, ma anche la precarietà e le inquietudini della classe creativa. Un mix sotto certi aspetti letale per la vitalità mentale e sociale dell’essere umano. 

Kingdom of the Ill è il secondo capitolo di TECHNO HUMANITIES – programma di ricerca a lungo termine avviato da Bart van der Heide (giovane direttore del Museion) -, mostra collettiva internazionale che interverrà su tutti gli spazi dell’intero edificio di Bolzano. L’esibizione, si legge sul sito del Museion, «codifica un momento significativo in cui sono diventate evidenti le iniquità, che ci ha portato a re-immaginare i metodi di cura fondamentali, le reti di sostegno, benessere e amicizia». 

Lynn Hershman, Leeson 422a V2 (ph. Dario Lasagni, image courtesy of the artist and Bridget Donahue, NYC)

Enrico Boccioletti, Brothers Sick, Shu Lea Cheang, Julia Frank, Sharona Franklin, Barbara Gamper, Nan Goldin and Prescription Addiction Intervention Now, Ingrid Hora, Adelita Husni-Bey, Ian Law (P.A.I.N.), Carolyn Lazard, Lynn Hershman Leeson, Mary Maggic, Mattia Marzorati, P. Staff e Lauren Youden: sono questi i nomi degli artisti che hanno dato forma alla mostra. Gli occhi sono puntati soprattutto sull’opera “Collective Effort”, creata grazie a una serie unica di calchi d’argilla di volontari e medici che operano in Trentino-Alto Adige. L’autrice è Ingrid Hora, visual artist che ama giocare con sculture, video, disegni e performance diverse tra loro.

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