C’è davvero un genocidio nel Donbas, e anche in altre zone dell’Ucraina. Ma è Putin che lo sta facendo, e lo confessa pure, anzi se ne vanta! Non è infatti il genocidio farlocco agitato dai propagandisti putiniani (e ripetuto, ahimè, da Berlusconi), con la cifra di «14.000 vittime» costruita mettendo assieme tutte le vittime di un conflitto montato per otto anni da agenti del Cremlino: compresi i caduti ucraini; e compresi i civili dell’aereo Boeing 777-200ER della Malaysia Airlines che si trovava in volo tra Amsterdam e Kuala Lumpur e che, ha attestato una sentenza olandese, fu abbattuto per responsabilità di cittadini russi e loro complici locali al servizio di Putin. Ai sensi del Diritto Internazionale, ricorda il Washington Post, costituisce genocidio la politica di cui il governo russo si vanta, di prendere bambini ucraini alle loro famiglie per «rieducarli» come «buoni russi».
A livello di codici penali nazionali sarebbe sequestro di persona, con l’aggravante di essere commesso ai danni di minorenni. Come riferimenti storici il sequestro dei bambini cristiani per trasformarli in scherani ferocissimi del potere ottomano, i giannizzeri, è una pagina particolarmente infame della storia dell’espansionismo islamico. Ma anche le potenze «occidentali» fino a un passato più o meno recente si resero colpevoli di politiche di educazione forzata di bambini di popoli indigeni per i quali oggi infatti in molti stanno chiedendo scusa. Come per la stessa guerra di aggressione russa all’Ucraina, sono cose che il passato dell’umanità ha conosciuto, anche di recente. Esattamente come per la reintroduzione della schiavitù da parte dell’Isis, la cosa inaudita è voler riproporre oggi cose del genere, nel momento che finalmente la coscienza dell’umanità era sembrata consegnarle alla pattumiera della Storia.
Come ricorda appunto l’editoriale del Washington Post, Putin sta commettendo un genocidio, secondo la definizione data dalle istituzioni e dalle organizzazioni internazionali «La guerra è caotica, inspiegabile e devastante per i bambini coinvolti in essa», inizia il testo. «Ma la guerra non può essere una scusa per togliere i bambini ai genitori e alla loro nazione, come sta facendo ora la Russia in Ucraina. Ciò è specificamente proibito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio del 1948. Il trasferimento di bambini ucraini in Russia – e i tentativi di fare loro il lavaggio del cervello, eliminando la loro lingua e cultura – è un crimine di genocidio che richiede essere giudicato».
Purtroppo, il rapimento di minori era stato pianificato dalle autorità russe come componente essenziale della strategia di invasione dell’Ucraina. L’editoriale cita un precedente articolo in cui si descrivono i meccanismi usati dalla Russia per appropriarsi dei bambini ucraini. «Vladimir Putin ha emesso un decreto a maggio che rende più facile per i russi adottare bambini ucraini, e il commissario russo per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova, che “sostiene apertamente la pratica di spogliare i bambini della loro identità ucraina e insegnare loro ad amare la Russia”, sta “vigorosamente” perseguendo questa politica».
In recenti dichiarazioni alla televisione ufficiale, la Lvova-Belova ha spiegato come ha trasformato i minori rapiti, facendo sì che gli insulti a Putin dei piccoli «si trasformino in amore per la Russia». Il numero di bambini ucraini rapiti dalla Russia non è chiaro. Ma Daria Herasymchuk, responsabile ucraina dei diritti dei bambini, stima che almeno undicimila bambini siano stati sottratti ai genitori.
Come ricorda il Washington Post, «il sequestro di questi bambini sembra violare il trattato, che pretende di vietare gli atti “con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”. Il trattato vieta “il trasferimento forzato di bambini dal gruppo a un altro gruppo”. Alcuni esperti di diritto internazionale hanno sostenuto che la convenzione sul genocidio proibisce anche atti volti a distruggere la cultura, la lingua e la religione di un gruppo protetto, compreso quello dei bambini. I fatti che la signora Lvova-Belova e il signor Putin hanno riconosciuto sull’assimilazione dei bambini ucraini in Russia e lo sradicamento della loro cultura forniscono la prova dell’intenzione di commettere un genocidio come definito dal trattato».
Per la precisione, l’articolo II dice: «Nella presente Convenzione, per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale: a) uccisione di membri del gruppo; b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo; c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale; d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo; e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo a un altro.».
Quella Convenzione fu redatta dopo i crimini di guerra nazisti. Il Washington Post confronta infatti ciò che sta facendo Putin con i piani della Germania nazista. «La disposizione del trattato sul genocidio è stata adottata nel ricordo delle atrocità naziste, compreso un piano guidato da Heinrich Himmler per rapire bambini dalla Polonia e collocarli in orfanotrofi tedeschi o con famiglie tedesche per essere cresciuti tedeschi». Appunto, «le prime condanne nei processi per crimini di guerra nazisti furono per rapimento di minori. Il procuratore Harold Neely disse che “non è una difesa per un rapitore affermare di aver trattato bene la sua vittima”, osservando che “questi bambini innocenti sono stati rapiti allo scopo di essere indottrinati con l’ideologia nazista ed educati come ’buoni’ tedeschi”. Questo serve ad aggravare, non a mitigare, il reato”.
Conclusione: «la Russia, successore dell’Unione Sovietica, è parte della convenzione sul genocidio. Ma Putin ha mostrato scarso rispetto per il diritto internazionale o le norme di qualsiasi tipo nella sua guerra per abbattere la democrazia dell’Ucraina e del suo popolo. Lui e altri funzionari russi complici di crimini di genocidio contro i bambini devono essere ritenuti responsabili».