Sparare a salvePolonia e Germania litigano sui missili Patriot (e a guadagnarci è Putin)

Varsavia prima rifiuta l’offerta tedesca, poi la accetta, infine chiede di destinare all’Ucraina il sistema di contraerea. In realtà il governo di Morawiecki vuole quelle difese, ma cavalca il sentimento antitedesco per risalire nei sondaggi in vista delle elezioni

Missili Patriot
AP Photo/File

I rapporti tra Polonia e Germania non sono mai stati particolarmente stretti per note ragioni storiche, ma con la guerra in Ucraina hanno subìto un ulteriore deterioramento. Al centro del più recente scontro tra i due Paesi ci sono i missili Patriot, un sistema di difesa antiaereo che Berlino si è offerto di installare in territorio polacco per evitare incidenti come quello di novembre, quando un S-300 ha colpito per errore la Polonia uccidendo due civili.

Varsavia ha inizialmente rifiutato l’offerta, per poi accettarla e rimetterla nuovamente in discussione, invitando la Germania a cedere il sistema di difesa all’Ucraina. Una mossa che secondo Berlino (ma non solo) sarebbe troppo azzardata. Per poter funzionare, i Patriot dovrebbero essere gestiti dai soldati tedeschi, ma ciò significherebbe un coinvolgimento maggiore della Germania nel conflitto. Berlino fa parte della Nato e la presenza di truppe dell’Alleanza in territorio ucraino rischierebbe di allargare lo scontro e di coinvolgere direttamente anche la Nato.

La proposta di Varsavia ha generato risposte diverse nel campo tedesco e in quello ucraino. Il portavoce dell’aeronautica ucraina ha accolto con favore l’idea polacca, chiedendo per l’appunto che i Patriot fossero schierati nella parte occidentale dell’Ucraina. Parole che richiamano quelle pronunciate dal premier Mateusz Morawiecki.

Secondo Morawiecki l’incidente di novembre dimostra che l’ovest dell’Ucraina e l’est della Polonia «sono un unico spazio. E vogliamo che quello spazio unico venga tutelato nel miglior modo possibile, che le città ucraine vengano protette». A sua volta anche il ministro della Difesa Mariusz Blaszczak ha evidenziato come l’invio dei Patriot al governo di Kyjiv permetterebbe «di proteggere meglio l’Ucraina da altre vittime e da altri blackout e di aumentare la sicurezza al nostro confine orientale».

I messaggi del premier e del ministro hanno però colto di sorpresa la controparte, che non si aspettava una simile reazione dalla Polonia. Come riferito al New York Times da un diplomatico tedesco, la Germania si aspettava una rapida risoluzione della questione dato che la Polonia sta da tempo cercando di acquistare i Patriot e che con la guerra così vicina al suo confine ha un bisogno maggiore di sistemi difensivi più avanzati rispetto ai propri. Le previsioni della Germania, però, si sono rivelate troppo ottimistiche.

La reazione della Polonia è sintomatica dello stato delle relazioni tra Varsavia e Berlino e più in generale tra i Paesi dell’est e dell’ovest dell’Europa. I primi percepiscono maggiormente la minaccia russa e sono quindi più propensi a un maggior intervento in Ucraina, mentre i secondi mostrano più cautela, soprattutto sull’invio di armamenti. Questa spaccatura tra i due fronti, emersa maggiormente con il caso dei missili Patriot, rappresenta un danno d’immagine non indifferente per l’Unione così come per la Nato, a tutto vantaggio del presidente russo Vladimir Putin.

Problemi interni
Ma i ripensamenti sul sistema anti-missilistico tedesco mettono in evidenza anche gli equilibri di potere in Polonia. Il caso, infatti, è nato anche a causa di alcuni messaggi pubblicati su Twitter da Jaroslaw Kaczynski, leader del partito di governo Diritto e Giustizia, che per primo ha rifiutato la proposta tedesca e chiesto che i sistemi venissero inviati in Ucraina.

Kaczynski però è andato anche oltre nel suo messaggio, sostenendo che i soldati tedeschi ai quali spetterebbe il compito di attivare i Patriot non avrebbero il coraggio di affrontare la Russia. «Il comportamento tenuto fino ad oggi dalla Germania non ci dà ragioni per credere che deciderà di abbattere i missili russi», ha twittato il leader di Diritto e Giustizia.

Le parole di Kaczynski sono arrivate dopo che il presidente e il premier polacco avevano dato un primo assenso alla proposta tedesca, scatenando una reazione a catena nel mondo politico. Il ministro della Difesa si è subito associato al leader del suo partito, rimandando al mittente l’offerta e chiedendo invece che i Patriot venissero consegnati all’Ucraina. A quel punto il presidente, che è anche il capo delle forze armate, si è trovato isolato e politicamente indebolito, mentre il resto del governo si allineava alla posizione di Kaczynski.

La scelta del premier e del ministro della Difesa di seguire la linea dura del leader del loro partito sembra avere una motivazione politica. Con le elezioni che si avvicinano, Diritto e Giustizia ha bisogno di risalire nei sondaggi e cavalcare l’onda anti-tedesca è una delle strade che Kaczynski sembra aver scelto, viste le critiche ricorrenti nei confronti della Germania.

La Polonia però non è realmente intenzionata a rinunciare ai missili Patriot. Le trattative per la loro consegna a Varsavia sono ancora in corso e secondo quanto trapelato fino ad oggi il sistema anti-missilistico dovrebbe arrivare in Polonia all’inizio del 2023. Salvo nuove controversie tra i due governi.

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