ForzalavoroCosa fanno i rifugiati ucraini un anno dopo, il governo del mattone e i premi nei centri per l’impiego inglesi

Nella newsletter di questa settimana: gli impieghi di coloro che sono fuggiti dall’Ucraina e il buco italiano; il rebus di Meloni su Superbonus e balneari; l’errore sul reddito di cittadinanza che salva i furbetti e la nuova crisi di Gkn. Ma anche la crisi dei marinai filippini, la fertilità che varia in base all’occupazione e gli ex lavoratori del tech che, dopo i licenziamenti, scelgono le aziende agricole ed edili. Ascolta il podcast!

(La Presse)

UN ANNO DOPO | COSA FANNO I RIFUGIATI UCRAINI
A un anno dall’invasione russa che ha costretto 8 milioni di ucraini a lasciare il Paese, oltre 600mila di loro hanno trovato un lavoro in Europa sui circa 4,7 milioni richiedenti protezione temporanea. Stiamo parlando in particolare di donne, visto che gli uomini restano a combattere in Ucraina. E i Paesi europei in cui i rifugiati si sono meglio sistemati sono soprattutto quattro: Polonia, Germania, Repubblica Ceca e Olanda. Qui il 60% di quelli che si sono iscritti negli uffici di collocamento ha trovato un posto di lavoro. Lo dice un rapporto della Commissione europea pubblicato su Europatoday.

E l’Italia? L’Italia non compare nelle statistiche perché è tra i pochi Paesi a non aver fornito a Bruxelles informazioni al riguardo. Quello che sappiamo è che, dopo la corsa a offrire un lavoro da parte degli imprenditori nei momenti successivi all’attacco russo, molti ucraini arrivati in Italia – tra cavilli burocratici e legali e condizioni di lavoro al limite dello sfruttamento – alla fine hanno preferito lasciare il nostro Paese per spostarsi altrove, soprattutto in Germania.

  • Lo scorso agosto aveva fatto il giro dei media ucraini il caso di una giovane donna di Kyjiv, che al giornale online Strana.ua aveva raccontato la sua esperienza in Italia, per la precisione in Puglia: «È davvero brutto lavorare qui, ti fanno raccogliere ciliegie per sei euro l’ora. Per questo non siamo durati a lungo, non accettano neanche i nostri bambini a scuola, dicono che non ci sono posti, quindi andremo in Germania, dove c’è un supporto sociale ed è più facile con il lavoro e le scuole.
  • A oggi, sono 177mila gli ucraini che hanno chiesto la protezione temporanea nei centri italiani. Di questi, oltre l’80% è composto da donne e quasi il 40% da minori. Il che significa che potenzialmente ci sono circa 100mila ucraini che lavorano o che cercano lavoro.

Geografia Quasi la metà dei rifugiati ucraini si è stanziato tra la Polonia e la Germania.  Al terzo posto la Repubblica ceca, con 445mila profughi, seguita da Italia e Spagna. L’accesso al lavoro però non è stato uguale in tutti i Paesi. In termini assoluti, stando ai dati della Commissione – che non contemplano lItalia – poco più di 1 milione di ucraini si è iscritto ai centri per l’impiego nell’’Ue, in stragrande maggioranza donne: di questi, 614mila hanno trovato lavoro, mentre 413mila sono ancora disoccupati. Ci sono poi 53mila che ricevono un assegno di disoccupazione.

  • Il Paese con il maggior numero di lavoratori ucraini è la Polonia, seguita dalla Germania. L’Olanda è tra i grandi Paesi Ue quello che ha la più alta quota di rifugiati occupati: sui 96mila ucraini che hanno ricevuto la protezione temporanea, ben 62mila lavorano. Quasi 2 su 3. Nei Paesi Bassi, più della metà delle donne ucraine ha trovato lavoro meno di un anno dopo dall’arrivo. Solitamente le donne rifugiate impiegano dieci anni per raggiungere un tale tasso di occupazione.

Profili L’inclusione nel mercato del lavoro dei rifugiati ucraini è stata più rapida rispetto ad altri gruppi di rifugiati. Come spiega l’Ocse, si tratta soprattutto di donne con livelli di istruzione superiori alla media rispetto ad altri gruppi di rifugiati e alla popolazione generale ucraina. Circa due terzi di chi cerca lavoro ha un titolo di studio medio-alto, una quota superiore alla media Ue. La stragrande maggioranza di loro era occupata all’inizio della guerra, soprattutto nei settori della sanità e dell’istruzione.

Reti sociali Ci sono poi le reti di ucraini già insediati nei vari Paesi europei, che hanno aiutato i loro connazionali a inserirsi.

Rimbalzo economico E c’è stata anche una congiuntura economica favorevole: all’indomani della pandemia, l’Europa si è trovata ad affrontare una carenza di manodopera eccezionale, soprattutto nei settori manifatturiero, della ristorazione, della logistica e dell’informatica. Ecco perché l’arrivo di ucraini altamente formati è stata vista come una manna da diverse aziende, anche in Italia. Tra i Paesi europei è scattata quasi una corsa ad accaparrarsi i lavoratori ucraini.

Mismatch ucraino La stragrande maggioranza dei rifugiati ucraini che oggi lavorano in Europa, però, ha un titolo di studio maggiore rispetto a quello richiesto dall’impiego svolto. I lavori che fanno spesso hanno poco a che vedere con le loro effettive competenze, sono poco qualificati e spesso part-time, vista la necessità delle donne di accudire i bambini.

Questione di titoli Un anno dopo, quindi, risulta particolarmente rilevante le questione della valutazione e riconoscimento dei titoli di studio e professionali ucraini. La Fondazione europea per la formazione sta confrontando il quadro delle qualifiche ucraine ed europee per favorire un maggiore automatismo nel riconoscimento dei titoli ucraini.

Sguardo al futuro Ma gli industriali europei sembrano più preoccupati del fatto che, senza un lavoro di qualità, molti ucraini potrebbero fare marcia indietro e tornare nel loro Paese, tanto più quando la ricostruzione porterà investimenti non da poco.

NB: Un ruolo importante lo svolgono la scuola e il lavoro. Poiché la stragrande maggioranza dei rifugiati è composta da donne e bambini, la domanda da porsi è: cosa faranno gli uomini impegnati sul fronte dopo la fine della guerra? La scelta potrebbe essere dettata anche e soprattutto dalle condizioni di integrazione dei figli e delle mogli.

 

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SPIAGGE E MATTONE
Il governo Meloni deve trovare al più presto una soluzione su Superbonus e balneari.

L’insostenibilità italiana Secondo quanto ha spiegato Giacomo Ricotti, capo del servizio assistenza e consulenza fiscale della Banca d’Italia, in adizione alla Camera, le risorse che lo Stato investe nell’edilizia, e in generale sulla casa, sono molto alte. Un altro esempio di economia trainata dal mattone? La Turchia, non esattamente un modello di sviluppo, scrive Massimo Taddei su Linkiesta. Tito Boeri e Roberto Perotti su Repubblica parlano di una overdose di edilizia da cui bisogna uscire, anche se lo stop avrà effetti devastanti sul settore.

 

REDDITOMETRO
A due mesi dall’approvazione della legge di bilancio, non solo il governo non ha ancora ben spiegato come intende riformare il reddito di cittadinanza, con quale misura sostituirlo e come trovare un lavoro agli occupabili, ma ora ha un altro problema: risolvere il pasticcio legale che nella manovra cancella tutte le norme che puniscono chi incassa il sussidio senza averne diritto.

 

NUMERI
In agenda Mercoledì 1 marzo è atteso il dato su Pil e indebitamento del 2022. Giovedì 2 marzo sono previsti i dati su occupazione di gennaio e inflazione di febbraio. Venerdì arrivano i conti economici del quarto trimestre 2022.

 

QUESTIONI APERTE
Déjà vu Dopo l’annuncio della messa in stato di liquidazione della ex Gkn di Campi Bisenzio, oggi Qf, il nuovo tavolo al Mise è previsto per il 2 marzo, nel tentativo di arrivare a una amministrazione straordinaria per lavorare alla reindustrializzazione del sito produttivo.

Sciopero revocato Ita Airways ha approvato l’aumento salariale del 30% a favore dei propri dipendenti e i sindacati hanno revocato lo sciopero indetto per il 28 febbraio. Mentre i negoziati tra Tesoro e Lufthansa entrano nel vivo, sono attesi in queste ore i due piani industriali: uno redatto dalla compagnia italiana, l’altro dal vettore tedesco.

Tempi più lunghi Il fondo americano Kkr ha prorogato di quattro settimane – su richiesta del governo – l’offerta non vincolante per la rete di Tim, la cui validità era stata fissata al 28 febbraio. Le condizioni non ritenute adeguate e la bassa valutazione della rete Tim, inoltre, hanno portato il cda di Telecom Italia a chiedere a Kkr di rivedere l’offerta.

  • Nelle prossime settimane sarà chiarito anche se Cdp avrà un ruolo nella partita. Non si può escludere che la Cassa possa affiancare Kkr, garantendo così il controllo pubblico sulla rete a cui punta il governo.

Gasdotto Italia Il governo Meloni avrebbe accorciato i tempi, 2-3 anni al massimo rispetto ai quattro previsti, per realizzare il gasdotto sulla dorsale adriatica. Sarà inserito nelle opere prioritarie del Pnrr. In arrivo il commissario.

 

COSE DI LAVORO
Occhio cinese Dopo il bando del governo americano, anche la Commissione europea ha chiesto ai dipendenti di disinstallare Tiktok dagli smartphone a causa della scarsa sicurezza sulla protezione dei dati. La stessa richiesta arriverà a breve anche a coloro che lavoravo per Parlamento e Consiglio Ue. E anche il governo italiano valuta un possibile blocco del social cinese per i dipendenti pubblici: questa settimana è previsto un vertice ad hoc.

Finalmente Alla Camera partono i lavori della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul posto di lavoro. L’organismo conterà 20 deputati.

4 meglio di 5? Dopo i positivi risultati emersi dall’esperimento britannico sulla settimana lavorativa di quattro giorni, il segretario della Cgil Maurizio Landini annuncia che questa stessa proposta verrà avanzata nel corso del congresso del sindacato di metà marzo.

Ma come fanno i marinai Le navi europee rischiano di perdere 50mila marinai filippini. L’Agenzia europea per la sicurezza marittima ritiene che le scuole di formazione filippine non rispettano gli standard internazionali. Una situazione che potrebbe aggravare la carenza di personale già esistente.

Quanto sei fertile? Un nuovo studio della Harvard Medical School del Brigham and Women’s Hospital suggerisce che gli uomini che sollevano regolarmente oggetti pesanti al lavoro hanno un numero di spermatozoi più elevato rispetto agli uomini il cui lavoro è meno impegnativo dal punto di vista fisico.

Ancora tagli Proseguono i licenziamenti nel settore tech. Il colosso svedese delle telecomunicazioni Ericsson licenzierà 8.500 dipendenti in tutto il mondo. Twitter licenzierà altri 200 dipendenti. Il social ha ora una forza lavoro inferiore a 2mila dipendenti: erano 7.500 quando Elon Musk l’ha acquisito. Se i team diventano più piccoli e più sovraccarichi – come scrive Bbc – i fuoriusciti negli Stati Uniti si spostano dai colossi del digitale ad aziende attive nell’agricoltura e nell’edilizia.

Se trovi un lavoro, ti premio Il governo britannico vorrebbe dare 250 sterline in buoni ai dipendenti dei centri per l’impiego che riescono a trovare un lavoro al maggior numero di disoccupati. Potrebbe essere un’idea replicabile anche in Italia?

Che ne pensate?

Per oggi è tutto.

Buona settimana,

Lidia Baratta


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