Ti informo nel MetaversoIl primo magazine nel Web3 che rende l’arte democratica e innovativa

Secondo il Rapporto McKinsey del gennaio 2023, il potenziale dei Metaversi potrebbe generare un valore fino a cinquemila miliardi di dollari entro il 2030. Siamo stati nell’inedito mondo virtuale della “rivista” Red-Eye: vi raccontiamo com’è andata

courtesy of Red-eye

Un magazine di moda, arte, fotografia e design nel metaverso. A primo impatto, il sito di Red-Eye (red-eye.world) si presenta con una homepage interattiva, colorata ed estrosa, ma con il passaggio alla sua realtà virtuale su Spatial cambia tutto. Bastano una connessione wi-fi e un visore VR per essere catapultati in un mondo parallelo: un altrove che appare come un pianeta di sabbia inesplorato, costellato da opere d’arte digitale che si possono “toccare”, vivere e studiare da tutte le angolazioni; finestre in cui entrare per accedere a mostre e sfilate virtuali; contributi lasciati dagli utenti che decidono di partecipare alla creazione di questa rivista condivisa, democratica (non è obbligatorio comprare Nft o avere uno smart wallet) e tenuta in piedi da decine di collaboratori italiani e non.

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Quando siamo entrati per la prima volta nel metaverso di Red-Eye era da poco finita una “festa” organizzata con Playground, piattaforma che riunisce artisti di digital fashion: letteralmente, abbiamo camminato in mezzo alle foto ricordo dell’evento, scattate con un selfie-stick virtuale e impiantate nel terreno come delle enormi schede. L’idea di questo “meta-magazine” è sorta non tanto per reagire alle difficoltà finanziarie dell’industria giornalistica – tra costi della carta in salita e ricavi della pubblicità online in calo – quanto per dare spazio ad artisti e creator e dimostrare che c’è sempre più di un buon motivo per fare informazione in modo innovativo.

Emblematica la collaborazione con Afro Fashion Association, che alla Milano Fashion Week del 2022 non ha avuto l’opportunità di organizzare una mostra fotografica con giovani artisti tra Italia e Camerun. Red-Eye ha però creduto nel loro lavoro, dedicandogli uno spazio a cui si può accedere entrando virtualmente in un varco – che è la scansione di una superficie d’acqua – nel metaverso.

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Il progetto è frutto della sana follia di Gloria Maria Cappelletti, pioniera dell’arte digitale con una cattedra alla Naba (Metodologia del progetto della comunicazione visiva) ed ex  direttore creativo di i-D Italia: «Red-Eye nasce dall’esigenza di superare l’immediatezza dell’informazione odierna e di ritrovare un senso di meraviglia. Lo scroll infinito degli smartphone mi aveva tolto entusiasmo. I nostri articoli possono essere sia letti, sia vissuti», racconta Cappelletti.
Per lei, creare e gestire il primo progetto editoriale nel Web3 è una piccola forma di protesta contro lo scetticismo precoce attorno a una novità in fase embrionale.

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Le prospettive rimangono incoraggianti: secondo un’analisi di Bloomberg del dicembre 2022, il mercato globale dei metaversi potrebbe sfiorare quota 800 miliardi di dollari nel 2024 (erano 500 nel 2020). «Nella mia vita ho già avuto a che fare con le resistenze a internet o alla fotografia digitale. Era successa una cosa simile con l’e-commerce: guai a proporlo a chi aveva boutique fisiche», sottolinea la direttrice creativa di Red-Eye, che ha confezionato il progetto in maniera a tratti artigianale.  «Vedete quella porzione di suolo nel metaverso? L’ho realizzata scansionando i sassi del porto di Loano». Perché reale e virtuale possono (e devono) parlarsi.

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