Grillini e PdOrlando difende Schlein e Fico sogna un secondo governo giallorosso

D’Amato ha annunciato l’addio all’assemblea nazionale. Oggi la Direzione Dem. È il primo appuntamento dopo la sconfitta delle amministrative e quindi sarà l’occasione per fare il punto, anche in merito alla riforma della Giustizia di Nordio che ha spaccato il partito

Foto Alessandro Contaldo/LaPresse

I rapporti con il Movimento Cinque Stelle continuano ad agitare il Partito democratico. Quello della segretaria Elly Schlein alla manifestazione di Giuseppe Conte a Roma è stato un saluto di pochi minuti, e non una vera e propria partecipazione al corteo. Ma le parole dell’ex premier sull’Ucraina e quelle di Beppe Grillo sulle «brigate di cittadinanza» sono state sufficienti a far rialzare la testa alla minoranza Dem. E c’è chi, come l’ex assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato, ha deciso di lasciare l’assemblea nazionale del partito, pur tenendo per ora la tessera. «Brigate e passamontagna anche no. È stato un errore politico partecipare alla manifestazione», ha scritto su Twitter.

Il tema è destinato a essere messo sul tavolo della direzione del partito in programma per lunedì 19 giugno al Nazareno. È il primo appuntamento dopo la sconfitta delle amministrative e quindi sarà l’occasione per fare il punto, anche in merito alla riforma della Giustizia di Nordio che ha spaccato il partito.

«Nei prossimi mesi dovremo essere il collegamento tra piazze molto diverse tra loro. Non si può imputare a chi partecipa la responsabilità di tutto ciò che viene detto in quei contesti. In questo caso era una manifestazione contro la precarietà e per la difesa del reddito di cittadinanza, obiettivi che condividiamo. Si corrono dei rischi per evitare quello più grande: restare a casa e isolarsi», interviene sul Corriere il deputato Dem ed ex ministro Andrea Orlando. «Mi è tornato alla mente il periodo del Conte bis, tutti volevano stare al governo ma una parte del partito metteva sul conto di chi lo guidava le difficoltà di rapporto con il M5S. Tutti sappiamo che per contrastare la destra è necessario ricostruire l’alleanza ma qualcuno pensa di far pagare ad altri i costi. Io dico gestiamoli insieme, senza subalternità, sulla base di una nostra proposta forte, contrastando insieme i tratti demagogici che caratterizzano ancora settori del movimento».

E sulla linea in merito alla guerra russa contro l’Ucraina, Orlando dice: «È ormai chiaro a settori sempre più ampi di governi alleati, delle forze politiche e dell’opinione pubblica che accanto al sostegno militare deve rafforzarsi l’iniziativa politico-diplomatica. Non implementare la posizione senza tenere conto di ciò sarebbe assurdo. Mi pare non lo faccia neppure l’amministrazione Biden che in queste ore sta interloquendo con i vertici cinesi».

Saluta positivamente l’immagine dell’abbraccio tra Conte e Schlein l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, oggi capo dei garanti del M5S. Tanto da sognare un governo giallorosso bis. «Gli italiani devono sapere che c’è una grande alternativa a questo governo di destra che sta facendo male al Paese, colpendo le fasce più deboli. La presenza di Schlein nella nostra piazza è stato un gesto importante. Dimostra che su diversi temi c’è condivisione e che possiamo fare battaglie comuni», dice Fico a Repubblica. «Spero che unendoci sulle battaglie fondamentali, come il salario minimo, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio, l’attenzione alle partite Iva che sono il nuovo proletariato, si possa arrivare a un percorso comune. Le persone non si misurano solo sulle idee ma su come le portano avanti. Elly Schlein è stata coerente e con tenacia è diventata segretaria del Pd. Il Movimento però ha fatto un altro tipo di strada: abbiamo storie diverse e anche programmi che su alcuni aspetti divergono». «Possiamo allearci, a patto che ci sia un progetto solido».

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