LA CINA HA TROPPI LAUREATI?
Venti virgola otto per cento. Un ragazzo cinese su cinque non lavora. Il tasso di disoccupazione giovanile in Cina continua a macinare record negativi, che potrebbero essere anche peggiori – visto che i dati sul mercato del lavoro vengono raccolti solo nelle città escludendo gran parte del Paese. Quest’estate 11,58 milioni di nuovi laureati entreranno nel mercato del lavoro e non riusciranno a trovare facilmente un impiego, facendo salire ancora le percentuali.
Che sta succedendo?
Zero a zero Colpa della ripresa poco brillante dopo il trauma della pandemia, ma anche della politica zero Covid che ha tenuto il Paese bloccato a lungo. Un dato su tutti: le esportazioni cinesi a maggio sono diminuite del 7,5% su base annua. Le aziende non hanno la stessa spinta del passato ad assumere masse di giovani usciti dalle università. Poi ci sono anche le pesanti restrizioni normative e le ingerenze del partito comunista nella regolamentazione dei settori della tecnologia, dell’istruzione e dell’immobiliare, che hanno provocato il taglio di svariati posti di lavoro. Nel primo semestre del 2022 molte grandi società sono arrivate anche a licenziare il 20% dei dipendenti in alcune sezioni. L’insofferenza si è sommata poi a quella per le misure anti-pandemia, e l’imprevedibilità e l’arbitrarietà nella loro applicazione.
Tutto il mondo è Pechino E poi anche in Cina hanno un problema di mismatch delle competenze. I giovani “altamente istruiti” sono in costante aumento, ma non ci sono lavori per tutti. Ogni anno si batte un nuovo record: erano neanche 9 milioni nel 2020, hanno superato per la prima volta i 10 milioni nel 2022, le stime dicono che saranno quasi 11,6 milioni quest’anno.
- Secondo gli analisti della Goldman Sachs, ad aver causato il picco di disoccupazione è anche l’assenza di lavori qualificati per tutti questi laureati. In particolare in alcuni settori. Per esempio, nel campo delle discipline educative e sportive, il numero delle persone laureate è cresciuto di oltre il 20% nel 2021 rispetto al 2018, ma nel frattempo la domanda di lavoro si è indebolita. Discorso simile anche per l’informatica e l’immobiliare. E i giovani sono stati svantaggiati proprio dalla pandemia, che ha colpito duramente il settore dei servizi, dove era concentrata prima la domanda di lavoro.
L’incubo cinese Giovani che secondo Pechino dovrebbero adoperarsi per la “costruzione della modernizzazione” del Paese. E che, invece, si ritrovano in condizioni di vita e lavoro precarie. La pandemia ha messo in pausa le relazioni. E anche dall’altra parte del mondo rispetto a noi sono cambiate le priorità e le aspettative dei giovani che rifiutano l’idea di sacrificio assoluto in nome del successo. Il famoso orario 996, le dodici ore al giorno dalle 9 del mattino alle nove di sera per sei giorni a settimana tipiche di un impiego nel tech, prima è stato attaccato sui social, poi la Corte suprema del popolo e il Ministero delle risorse umane lo hanno definito illegittimo.
Quiet quitter La disoccupazione giovanile rafforza il crescente malcontento per la mancanza di mobilità sociale, contribuendo anche in Cina a un fenomeno simile al cosiddetto quiet quitting, in cui i giovani lavoratori sono così delusi dal loro avanzamento di carriera che fanno semplicemente il minimo indispensabile solo per continuare a essere pagati. E il Partito Comunista sta cercando di ripristinare le aspettative sulla mobilità sociale, promuovendo la virtù delle difficoltà.
Il posto fisso Intanto, vista l’importanza della popolazione giovanile per l’economia cinese, che spende molto in settori come la cultura, l’istruzione, gli affitti, i trasporti e le comunicazioni, il governo sta cercando di rispondere alla disoccupazione giovanile crescente aumentando il reclutamento tra le forze armate e chiedendo alle imprese statali di assumere un milione di tirocinanti in più nel 2023. Insomma, per Pechino la soluzione sembra essere il posto pubblico. O, in alternativa, l’emigrazione di milioni di giovani cinesi.
CANTIERE LAVORO
Il 20 giugno arriva in aula al Senato per la conversione in legge il decreto lavoro approvato il Primo maggio dal governo. Ecco le ultime novità e le questioni ancora da risolvere:
- Per problemi di copertura, resta in stand by la proroga dello smart working per lavoratori fragili dipendenti pubblici, in scadenza al 30 giugno 2023. Il testo contiene la conferma fino al 31 dicembre 2023 solo dello smart working per i soggetti fragili e i lavoratori con figli under 14 del settore privato.
- Altri due temi aperti: l’estensione dell’assegno di inclusione alle persone in condizione di grave disagio bio psico sociale; e i fringe benefit per i bancari. Salta invece l’incentivo pro-badanti.
- Il contratto a tempo determinato può essere prorogato e rinnovato senza causali se la durata non supera i 12 mesi.
DECRETO BIS
Anpal chi? Il governo ha approvato il “decreto Pa bis” (da confondere con il “decreto pa”, in fase di conversione in Parlamento), che prevede – tra le varie cose – la soppressione di Anpal, l’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro. Quella nata con il Jobs Act nel 2015 e diventata nota per i navigator e il prof del Mississippi Mimmo Parisi. Oggi gestisce, tra le varie cose, i 4,4 miliardi del programma Gol (ne avevamo parlato qui).
- In pratica, la ministra Marina Calderone porta funzioni e personale dell’agenzia al ministero del lavoro. Mentre Anpal servizi, guidata dal sardo Massimo Temussi, diventa una società in house del ministero e delle regioni e si chiamerà LavorItalia spa. Il personale di Anpal addetto alla ricerca confluirà nell’Inapp.
Infornata Nel decreto sono previste pure diverse assunzioni nei ministeri per la gestione del Pnrr: il primo concorso per assumere 100 super-tecnici sarà bandito dal ministero della Cultura.
APPUNTAMENTI ESTIVI
Al Mimit (Sì, insomma, al Mise) Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha convocato per il 19 giugno i tavoli con i sindacati su automotive, elettrodomestici ed ex Ilva. I fronti occupazionali aperti vanno da Wartsila a Electrolux, mentre i metalmeccanici annunciano uno sciopero per il 7 e 10 luglio luglio. Si parla di 120mila posti a rischio, tra dismissioni e pericoli legati alla transizione energetica.
Popolo di anziani Il prossimo 26 giugno riapre invece il cantiere pensioni con la convocazione dei sindacati dopo una lunga pausa. Pare si vada verso una proroga di quota 103. Quota 41, che pure piace a governo e sindacati, è troppo costosa: 4,3 miliardi solo nel primo anno. Intanto da luglio aumentano le pensioni minime, come stabilito dal governo nella legge di bilancio.
SCUDI D’ORO
Pneumatici intelligenti Il governo ha deciso di usare lo scudo del Golden Power sul progetto cyber di Pirelli per limitare l’influenza dei cinesi di Sinochem (che ha il 37% di Pirelli) nella società milanese. Si tratta in realtà di una decisione poco invasiva che riguarda soprattutto la governance. Ma è anche un indizio sulle prossime scelte italiane in merito al rinnovo del memorandum sulla Via della Seta.
Apriti cielo Un giudice del Lavoro di Roma ha deciso che 77 ex dipendenti di Alitalia dovranno essere assunti da Ita perché è stata «accertata la sussistenza del trasferimento di ramo d’azienda» tra la vecchia e la nuova compagnia. Ci sono altri 1.100 ex impiegati della vecchia compagnia di bandiera che chiedono il «reintegro». E questo potrebbe essere un problema nella acquisizione da parte di Lufthansa, che nel frattempo ha ricevuto l’ok della Corte dei Conti.
Abbiamo i nomi Finalmente, la premier Giorgia Meloni ha firmato il Dpcm con la nomina dei commissari straordinari di Inps e Inail: si tratta Micaela Gelera, attuaria ed esperta di welfare, per l’Inps; e Fabrizio D’Ascenzo, preside della facoltà di Economia all’università La Sapienza di Roma, all’Inail.
CARTOLINE DALL’ITALIA
Occhio ai numeri Secondo l’Istat, nel primo trimestre 2023 gli occupati sono cresciuti di oltre mezzo milione, con un trend positivo per l’ottavo trimestre consecutivo. Crescono i contratti stabili, rimane alto il tasso di posti vacanti. E cresce il costo del lavoro, in piccola parte per l’aumento delle retribuzioni, ma soprattutto per il venir meno della decontribuzione. In ogni caso, i piccoli aumenti di stipendio non stanno certo al passo con l’inflazione (che pure è rallentata).
Sicuri Sabato 24 giugno si tiene a Roma la manifestazione nazionale di Cgil, per la difesa del Servizio sanitario nazionale e la salute e sicurezza sul lavoro. In questi giorni si è tornato a parlare molto di morti sul lavoro, anche nella fascia minorile.
A piedi La crescita del turismo internazionale nel post Covid rende ancora più evidente la scarsità di taxi in città come Milano, Roma, Firenze e Napoli. In alcune città il rilascio di nuove licenze è fermo da decenni. Un esempio? A Milano sono circa 4.900, proprio come nel 2006. E le lunghe code davanti alle stazioni sono ormai un appuntamento fisso.
Agenda Il 20 giugno l’Istat presenta il Rapporto sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
CARTOLINE DALL’EUROPA
Pnrr, stabilità e Mes Mentre il ministro Raffaele Fitto continua a negoziare a Bruxelles per la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e la terza rata è ancora congelata, Nord e Sud Europa si scontrano sulla riforma del Patto di stabilità (noi stavolta stiamo con la Francia). E c’è pure l’irrisolta questione della ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Reminder: l’Italia è rimasto l’unico Paese europeo a non firmare l’accordo.
COSE DI LAVORO
Sport e banche Da luglio parte il nuovo contratto per il settore dello sport: si annunciano nuove tutele e qualifiche per 500mila individui tra arbitri, giudici e istruttori. A luglio si discuterà anche il rinnovo del contratto dei bancari: previsti aumenti salariari di 435 euro mensili, per quello che potrebbe essere il rinnovo contrattuale più ricco della stagione, con l’apertura di Intesa Sanpaolo.
Pedalare! I ministri del Lavoro Ue hanno raggiunto l’accordo sulla posizione comune da tenere in merito alla nuova direttiva Ue sui rider e i lavoratori delle piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo. Tra i punti principali, c’è l’inquadramento, secondo determinati criteri, dei lavoratori della gig economy come dipendenti, e non più come autonomi. Ora partono i negoziati con il Parlamento e la Commissione Ue. Intanto Uber Eats dice addio al mercato italiano dal 15 luglio: restano a piedi circa 40 dipendenti e migliaia di rider.
Redazioni vuote L’industria dei media americani ha annunciato finora almeno 17.436 tagli di posti di lavoro quest’anno. Le cause principali: un rallentamento del mercato pubblicitario e debiti in crescita a causa della mancata crescita degli abbonamenti.
C’è qualcuno? Dopo il clic day del 27 marzo legato alle assunzioni dei lavoratori extra Ue nel decreto flussi, i datori di lavoro italiani hanno continuato a presentare le istanze, sperando in un ampliamento delle quote. Il Sole 24 Ore parla di quasi 300mila richieste di lavoro regolare per gli immigrati, che però restano sospese.
Per oggi è tutto.
Buona settimana!
Lidia Baratta