Sono serviti quattro giorni di trattative e sette mesi di tensioni e crisi diplomatiche. Ma alla fine, complice le selezioni per Expo 2030 alle quali è candidata anche Roma, Emmanuel Macron e Giorgia Meloni sono riusciti a organizzare un colloquio ufficiale all’Eliseo per oggi.
Al termine della presentazione ufficiale di fronte al Comitato dell’Expo per sostenere le ragioni della candidatura italiana, con a fianco il governatore del Lazio Francesco Rocca e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la premier italiana varcherà i portoni della presidenza della Repubblica francese dopo quattro inviti ufficiali da parte dell’Eliseo. E lo fa nella settimana in cui Parigi catalizza l’attenzione mondiale, anche con il Salone internazionale dell’Aeronautica, con decine di capi di Stato e di governo presenti nella capitale francese.
L’appuntamento ha ricevuto semaforo verde solo all’ultimo istante. Le rispettive diplomazie si sarebbe scontrate sulla data, sul luogo e addirittura sull’orario del faccia a faccia. Meloni vorrebbe una dichiarazione congiunta a suggellare la ricucitura – spiega Repubblica. Al termine di un’estenuante negoziazione, si è raggiunta un’intesa: l’appuntamento è per oggi pomeriggio a Parigi, nel palazzo del presidente della Repubblica. E parleranno all’ingresso, senza accettare domande dalla stampa.
Fino a oggi Meloni e Macron si sono visti spesso, ma hanno avuto bilaterali solo in contesti informali. Il primo, la premier non si era ancora insediata a Palazzo Chigi, sulla terrazza dell’hotel Melia a Roma, lo scorso autunno. Quindi un incontro notturno a Bruxelles, al margine di un Consiglio europeo, all’hotel Amigò. Infine, poche settimane fa, l’ennesimo faccia a faccia all’hotel Palace di Hiroshima, nelle pause dei lavori del G7. Quello di oggi potrebbe rappresentare l’occasione per una nuova partenza, anche se alcuni nodi non appaiono sciolti.
Secondo la presidenza francese, che ha dato conferma dell’incontro solo ieri pomeriggio, i due leader prepareranno il Consiglio europeo che si terrà a fine mese, con l’urgenza condivisa sulla riforma del Patto di Stabilità. Parigi e Roma convergono poi sul sostegno all’Ucraina. Meloni è consapevole che su molti altri punti Macron non intende fornire una sponda concreta a Roma. Sui migranti l’obiettivo di Parigi è quello di mantenere una distanza politica — quasi morale — dall’approccio italiano al dossier. La distanza resta forte sulla Libia, all’Eliseo non sono stato apprezzati gli approcci non concordati con il maresciallo Haftar. Senza dimenticare la possibile scalata di Vivendi a Mediaset, nodo sensibile anche sul fronte politico.
Ma la ragione ufficiale del viaggio di Meloni a Parigi è legata al sostegno alla candidatura italiana all’Expo 2030. A complicare l’organizzazione del colloquio all’Eliseo è stata proprio la posizione di Macron, ufficialmente equidistante, ma alla fine deciso a sostenere la corsa di Riad. Il presidente ha ricevuto con tutti gli onori il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman. Non solo: ha fatto sapere di aver organizzato per oggi un pranzo con il presidente coreano, che guida la delegazione della terza città in lizza, Busan.
E d’altra parte, la corsa di Roma nasce e si sviluppa tra ostacoli rilevanti. Non è facile battere la concorrenza dell’Arabia Saudita. Una consapevolezza che avrebbe portato — riferiscono fonti di governo — a due difficili colloqui tra Meloni e il presidente del comitato promotore Giampiero Massolo. Quest’ultimo non avrebbe nascosto la complessità della sfida, tanto che la premier avrebbe in un primo momento messo in dubbio la missione parigina. Successivamente avrebbe vagliato la fotografia delle reali forze in campo: circa settanta voti per Riad, cinquanta per Roma e una trentina a Busan, ai nastri di partenza. Per questo avrebbe deciso di partire. L’unica strada, però, sembra quella di convincere i coreani a sostenere la causa di Roma nel ballottaggio finale.