Continua la lenta risalita del mercato del lavoro italiano. Nonostante il calo del Pil dello 0,3 per cento nel secondo trimestre, a giugno 2023 – certifica l’Istat – si sono registrati ottantaduemila posti di lavoro in più, soprattutto tra gli uomini (+ cinquantaduemila), meno tra le donne (+trentamila). Il tasso di occupazione sale al 61,5 per cento e il numero degli occupati tocca quota ventitré milioni e cinquecentonovantamila. Ma dopo mesi di segni negativi, con la stagione estiva e forse anche per effetto del decreto lavoro, tornano a crescere i contratti a tempo determinato, mentre calano gli autonomi.
Bisognerà aspettare i dati dei prossimi mesi, ma si potrebbe ipotizzare che dietro questa crescita possa esserci un primo effetto del decreto lavoro varato dal governo Meloni, che ha allentato il sistema delle causali per stipulare i contratti termine superando i paletti introdotti dal decreto dignità. I rapporti di lavoro a tempo determinato sono aumentati di ventiseimila unità in un mese, anche se a guidare la ripresa occupazionale continuano a essere i contratti stabili a tempo indeterminato, cresciuti di settantamila unità. In fase di conversione del decreto in legge, poi, è stato anche il rinnovo del contratto a termine può avvenire anche senza causale, a patto che non superi i dodici mesi. Si vedrà quindi nei prossimi comunicati dell’Istat se queste novità normative avranno effetto sulle scelte delle aziende.
Il segno più non riguarda gli autonomi, che a giugno perdono altre quattordicimila unità. La crescita maggiore di occupati si registra nella fascia 25-34 anni (+trentaseimila), ma continuano ad aumentare anche gli over 50 (+trentunomila). Anche al netto della componente demografica, nell’anno sono gli under 35 che continuano a guidare la crescita del mercato del lavoro (+3,4%), pur rallentando rispetto al rimbalzo economico post Covid.
Diminuiscono i disoccupati, con il tasso di disoccupazione totale che scende al 7,4 per cento, al minimo da 14 anni, e quello giovanile che si riduce al 21,3 per cento. Calano gli inattivi, tranne tra i più giovani, tra i quali l’alto numero resta sostanzialmente stabile.
Rispetto a giugno 2022, si contano trecentottantacinquemila occupati in più, di cui trecentonovantacinquemila a tempo indeterminato e trenutomila autonomi. Mentre i contratti a termine, in dodici mesi, sono diminuiti di quarantaduemila unità.