Bentornato settembre. Il Forum Ambrosetti di Cernobbio si è appena chiuso senza sorprese. Giorgetti se l’è presa con il superbonus, Giorgia Meloni ha preferito il circuito del Gran Premio di Monza al lago di Como per dire che «abbiamo bisogno di correre di più». Ma la verità è che a Cernobbio la premier non aveva nessun grande annuncio politico-elettorale da fare in vista della seconda manovra di destra.
Tra i numeri non proprio confortanti sullo stato dell’economia italiana, il clima settembrino a Roma è tutt’altro che mite: il mercato del lavoro frena, il Pil cala e le risorse a disposizione sono troppo risicate per soddisfare le richieste dei partiti di maggioranza, per giunta innervositi dopo la tassa estiva a sorpresa sugli extraprofitti delle banche, annunciata da Meloni senza neanche avvertire alcuni dei suoi ministri.
Il tutto mentre, con la fine di agosto, abbiamo già salutato il reddito di cittadinanza per come lo conoscevamo. E sulle modifiche al Pnrr siamo ancora in attesa dell’ok da parte della Commissione europea, con il ministro Fitto che oggi avvia a Bruxelles il primo di una lunga serie di test.
Per riannodare il filo e ripartire, ecco cosa ci serve sapere.
In manovra Inizia a settembre sessione di bilancio. Da questo momento in poi ne sentiremo di tutti i colori come ogni anno. Il 6 settembre è prevista la prima riunione di maggioranza. Bisognerà passare prima dalla Nadef, da presentare alle Camere entro il 27 settembre. Sul fronte del lavoro, si parla di un pacchetto di almeno 12-13 miliardi, tra riduzione del cuneo fiscale e incentivi alle assunzioni. Poi ci sarebbero pure da rinnovare diversi contratti pubblici, ma servono altri 8 miliardi. E infine c’è la questione pensioni. Oggi si tiene l’ennesimo tavolo con i sindacati, il 18 ce n’è in calendario un altro, ma l’ipotesi più probabile è la conferma di quota 103. Entro il 10 settembre, poi, i ministeri dovranno comunicare le proprie proposte di risparmio da destinare alle risorse per la manovra.
Post reddito Dal 1 settembre è partito il Supporto per la formazione e il lavoro, la misura che sostituisce il reddito di cittadinanza per i cosiddetti occupabili. Il centro di questa misura è la piattaforma Siisl, Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa: si incassano 350 euro al mese per un massimo di 12 mesi ma a patto che si partecipi a un corso di formazione. La ministra Calderone dice che sono già arrivate oltre 10mila domande, ma sull’efficacia della piattaforma c’è più di qualche dubbio. E sia dai centri per l’impiego sia dalle agenzie per il lavoro ci arrivano notizie di problemi di accesso.
Vado al minimo La discussione sulla proposta di legge delle opposizioni sul minimo salariale a 9 euro l’ora è stata rimandata a settembre. Dopo la riunione con la premier prima della pausa estiva, la palla è passata al Cnel, che in realtà aveva già mostrato la sua contrarietà sulla misura. Brunetta ora in programma una serie di audizioni, anche se dalla bozza da presentare entro il 10 ottobre la soglia dei 9 euro l’ora sarebbe già sparita. Di salario minimo si parla pure nel report del Forum Ambrosetti sull’attrattività del sistema Italia, a dimostrazione che la questione salariale è centrale anche per il mondo imprenditoriale.
Sindacati Prima dell’estate, il segretario della Cgil Maurizio Landini aveva annunciato una manifestazione in piazza San Giovanni a Roma il 7 ottobre contro la manovra. Cisl e Uil non ci saranno. Landini dice che verrà indetto un referendum tra i lavoratori della Cgil per decidere su un eventuale sciopero generale. Ma intanto la premier Meloni non ha risposto alla sua lettera scritta per chiedere che le parti sociali più rappresentative siano convocate a Palazzo Chigi per aprire un confronto negoziale su salario minimo, pensioni, rinnovo dei contratti, legge sulla rappresentanza, lavoro precario.
I pentiti del Jobs Act Si parla anche di un possibile referendum contro il Jobs Act per la reintroduzione dell’articolo 18, proposto dalla Cgil e spostato dalla segretaria del Pd Elly Schlein. Ma non tutto il Pd è con lei, visto che fu il Pd di Renzi a volere quella riforma e a molti Dem, in effetti, ancora piace eccome.
Vi ricordate le riforme? Entro il 20 settembre, le tredici commissioni di esperti messe in campo dal viceministro alle Finanze, Maurizio Leo, dovranno trasmettere gli schemi di decreti attuativi della riforma fiscale. Entro fine anno, poi, si dovranno completare anche nove scadenze del Pnrr legate a riforme delicate, come la legge sulla concorrenza e la spending review.
L’ANGOLO DEL GIUSLAVORISTA
Il ritorno dalle ferie può essere traumatico. Per questo motivo, è utile pure un riassuntino sulle leggi e gli accordi che regolano i rapporti di lavoro. Lo fa Alessio Amorelli qui con la sua consueta Labour Weekly.
NUMERI
Posti di lavoro A luglio, secondo i dati Istat, il mercato del lavoro italiano ha perso 73mila occupati. Il calo riguarda quasi totalmente gli occupati a termine (-62mila) – senza una crescita degli occupati a tempo indeterminato – e i 25-34enni (-57mila), dove si concentrano di più i rapporti di lavoro temporaneo. Non è una catastrofe. Ma potrebbe essere il segnale di una frenata delle prospettive delle imprese, che non confermano gli occupati a tempo determinato, i primi che puntualmente pagano le conseguenze delle crisi e dei cali di fiducia.
Pil Altro campanello d’allarme è la frenata del Pil nel secondo trimestre (-0,4%). Giorgetti a Cernobbio ha confermato la crescita del +1% nel 2023. Ma ha pure aggiunto che «inevitabili variabili esterne stanno radicalmente mutando il quadro e di questo bisogna prenderne atto anche a livello europeo».
Fine del ripassino post vacanze. Per oggi è tutto.
Buona ripresa e buona settimana!
Lidia Baratta
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