Grand TourI viaggi di Mozart a Milano tra sinofonie e discordie

Alla corte dell’arciduca d’Austria Ferdinando, il compositore di Salisburgo ricevette molte lodi e commesse, inclusa la serenata per il matrimonio del governatore con la principessa di Modena Maria Beatrice Ricciarda d’Este

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I Mozart lasciarono Milano il 14 gennaio 1771, fermandosi a Torino, Venezia, Padova e Verona prima di fare ritorno a Salisburgo alla fine di marzo. Nel complesso, il viaggio fu un notevole successo: non solo fruttò a Wolfgang molte lodi, ma anche ulteriori commesse milanesi, inclusa la serenata Ascanio in Alba per il matrimonio dell’arciduca d’Austria Ferdinando con la principessa di Modena Maria Beatrice Ricciarda d’Este nell’ottobre successivo, e l’opera Lucio Silla, che doveva aprire la stagione di Carnevale del 1773. Di conseguenza, Leopold e Wolfgang nel 1771 passarono a casa cinque mesi scarsi, durante i quali Mozart compose il Regina Coeli K 108, la Litania K 109 e la Sinfonia K 110.

Padre e figlio si rimisero in viaggio il 13 agosto, arrivando a Milano il 21. Mozart ricevette il libretto dell’Ascanio alla fine dello stesso mese, le prove iniziarono il 27 settembre, e l’opera andò in scena il 17 ottobre. Il giorno precedente c’era stata la prima rappresentazione del Ruggiero, l’opera di Hasse su libretto di Metastasio commissionata anch’essa per il matrimonio.

Secondo il foglio fiorentino Notizie del mondo del 26 ottobre, «L’Opera non ha avuto grande incontro […]. Grande applauso però ha avuto la serenata [Ascanio in Alba] e per la composizione, e per la musica». È possibile che durante il soggiorno a Milano Leopold abbia cercato di ottenere un impiego alla corte dell’arciduca d’Austria Ferdinando, governatore del Ducato di Milano, ma il suo progetto fu ostacolato dalla madre di Ferdinando, l’imperatrice Maria Teresa, che in una lettera del 12 dicembre metteva il figlio sull’avviso contro il caricarsi di «gente inutile» che «va in giro per il mondo come mendicanti», un giudizio offensivo e privo di riscontro nei confronti dei Mozart.

Il terzo e ultimo viaggio italiano, che aveva per scopo la composizione e l’allestimento a Milano del Lucio Silla, iniziò il 24 ottobre 1772; l’opera debuttò il 26 dicembre ma, soprattutto a causa di un cast disomogeneo, ebbe un successo controverso. I Mozart rimasero in città fino a marzo, nonostante non ci fossero motivi per ritardare la loro partenza. Leopold sosteneva di essere malato, ma stava probabilmente tentando di ottenere una posizione alla corte del granduca Leopoldo di Toscana, al quale aveva inviato una copia dell’opera. Anche in questo caso, tuttavia, non se ne fece nulla, e i due ripresero la strada per Salisburgo intorno al 4 marzo, via Verona, Ala, Trento, Bressanone e Innsbruck, arrivando a casa il 13 marzo 1773.

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Tuttavia, i soli dati di fatto relativi ai viaggi di Mozart – dove e quando ha suonato, chi ha incontrato, quali mecenati o interpreti sono stati d’aiuto e quali hanno invece creato ostacoli – difficilmente possono rendere giustizia alla loro importanza, e non solo dal punto di vista musicale.

L’idea che Leopold li abbia progettati per approfittare di Wolfgang e guadagnarci sopra è smentita dalle sue ripetute rivendicazioni circa la loro importanza educativa, dalle sue vivaci descrizioni dell’architettura delle città, della tecnologia contemporanea, delle pratiche commerciali dei diversi luoghi, della moda e del cibo, e dalla sua illuminata religiosità. Credeva sinceramente, come scrisse ad Hagenauer da Vienna nel luglio del 1768, che Wolfgang fosse un miracolo che «Dio ha voluto far nascere a Salisburgo». Credeva anche che il suo obbligo di devoto cattolico fosse quello di educare Wolfgang non solo a credere, ma anche a essere razionale, a capire il mondo che lo circondava.

Ancora nel 1777, quando Wolfgang era a Mannheim, Leopold gli scriveva: «Ti ho spesso fatto osservare che – anche se tu dovessi restare a Salisburgo ancora un paio d’anni dopo aver compiuto i venti – non ci perdi nulla, perché nello stesso tempo avresti la possibilità di farti un’idea su altre scienze utili, di sviluppare il tuo intelletto leggendo libri in varie lingue, e di impratichirti con le lingue straniere». Questa idea di educazione, concepita in senso lato, fu certamente fra le motivazioni principali che spinsero Leopold a organizzare i primi viaggi, insieme e al di là degli obiettivi musicali che intendeva perseguire per i suoi figli.

Cliff Eisen, Il vero Mozart, traduzione di Patrizia Rebulla, Il Saggiatore, 200 pagine, 20 euro

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