Cinque giorni dedicati all’unione di cucina, arte e cultura da vivere all’interno degli spazi dell’ex Mercato Ortofrutticolo di Alghero e dei ristoranti del territorio coinvolti in questa iniziativa organizzata dal Comune di Alghero in collaborazione con Fondazione Alghero e sostenuta da Regione Sardegna e Fondazione di Sardegna.
Dal 18 al 22 ottobre si terrà infatti la seconda edizione di PlaçAlguer, il cui programma prevede conferenze, convegni, degustazioni, incontri con cuochi e prove ai fornelli, oltre a importanti momenti musicali, il tutto finalizzato a scoprire i segreti della cucina algherese.
Si inizia mercoledì 18 pomeriggio con l’inaugurazione della mostra temporanea a ingresso libero “Senyal del Judici”, nella Chiesa di Sant’Anna intra moenia, adiacente alla Cattedrale, e la conferenza alle ore 18 sul tema storico-musicale del Canto della Sibil·la: “Signum Iudicii. Lo Senyal del judici entra l’Alguer i Catalunya”, con la partecipazione della Sibil·lera catalana M° Maria Sagarra Trias.
Nei giorni successivi seguono vari momenti di studio e riflessione sul ruolo della buona tavola, a partire dal convegno-tavola rotonda “Esperienze enogastronomiche, leve strategiche per il turismo”, un confronto tra produzione, ristorazione e ricettività sull’enogastronomia tipica quale prodotto turistico esperienziale, moderato dalla giornalista Ornella D’Alessio, giovedì 19 ottobre alle ore 10 nell’ex Mercato Ortofrutticolo.
Alle 21 dello stesso giorno, presso la Cattedrale di Santa Maria, si terrà “Lo Senyal del Judici entre l’Alguer i Catalunya. Camins i interferéncies musicals”, rappresentazione di arte scenica con esibizione musicale e strumentale che vedrà la partecipazione e l’esecuzione anche del Cant de la Sibil·la, come avviene ogni Natale a Santa Maria del Pì a Barcellona.
Il 20 e il 21 ottobre dalle 19 all’ex Mercato Civico si terranno degustazioni di piatti tipici tradizionali a cura di operatori del territorio, mentre alle 10 e alle 16 sempre nell’ex Mercato Ortofrutticolo sono previsti sedici laboratori gratuiti “A lezione col cuoco”, momenti in cui sarà possibile avvicinarsi all’immenso patrimonio gastronomico alghero-catalano attraverso le ricette selezionate dall’associazione culturale Saber i Sabor che da anni si occupa della salvaguardia dei piatti della tradizione gastronomica algherese. Ai fornelli quattro cuochi dell’Istituto Istruzione Superiore Piazza Sulis di Alghero, con la supervisione dello chef Christian Andreini, lavoreranno a più mani coinvolgendo i partecipanti iscritti (prenotazione obbligatoria: [email protected]).
«Il talento è fondamentale ma da solo non basta – afferma Andreini – è la scuola alberghiera a fornire le basi solide sulle quali costruire una professione». Aggiunge il gastronomo Giovanni Fancello: «Quella che oggi viene chiamata cucina catalana in Sardegna può essere denominata cucina algherese. Nonostante conservi i nomi di preparazioni medievali catalane, è una tradizione culinaria frutto di incroci, scambi, adattamenti, che conserva principalmente ricette di preparazioni semplici, con ingredienti poveri, utilizzati per l’alimentazione quotidiana e dei momenti di festa. La particolarità della cucina catalana che raggiunse la Sardegna dopo la conquista aragonese-catalana nel quattordicesimo secolo, traeva origine dalla complessità della sua storia (Baschi, Iberi, Fenici, Greci, Romani e Visigoti) e principalmente dalle contaminazioni culinarie arabe, dalle ricette codificate in testi anonimi del quattordicesimo e del quindicesimo secolo. Testi nei quali si ritrovano indicazioni su come cucinare carne, cassolas, empanadas, escabetx, pesce e verdure; vi si menziona anche il menjar blanc, già presente nei ricettari europei e italiani del pieno Medioevo».
Per conoscere dunque queste preparazioni l’occasione perfetta è il gran finale previsto per domenica 22 ottobre: i ristoranti del territorio aderenti all’iniziativa (riconoscibili dalla vetrofania esposta) infatti proporranno menu tematici con le proprie interpretazioni delle ricette tipiche algheresi.
Si parte dai piatti dell’orto: Olla podrida (dal nome dell’antica pentola utilizzata fin dall’epoca romana per cucinare stufati o zuppe e che ad Alghero si prepara ancor oggi con le lumache come ingrediente prediletto), Verginyes (melanzane) a cassola, Col a “Sancrau” (Cavoli a sancrau, traduzione del termine tedesco Sauerkraut: nella cucina tedesca viene così chiamato il cavolo cappuccio tagliato finemente e sottoposto a fermentazione), Copaça de ceba amb ous (detta anche Copatza, dal napoletano “acqua-pazza”, semplice zuppa realizzata con acqua – un tempo di mare, sale e cipolla e talvolta con pesce).
I piatti di carne prevedono Guisat de anjoni (una forma di preparazione contemporanea dello spezzatino, dal termine guisar che in Spagna è spesso usato come sinonimo di cucinare, stufare), Macarrones amb banya de guisat (una pasta condita con sugo di pomodoro con carne), Porc amb banya de pomata fresca (carne che viene fatta cuocere con abbondante pomodoro fresco), Pollastre en agredolç, mentre quelli di pesce sono: Escrita en allada (razza con una salsa a base d’aglio e pomodori freschi e secchi), Sardines amb “escabetx”, Totanos fregits, Llagosta amb ceba i pomata, Cassola de peix, “Paella” (ricetta “inventata” nel 2003 per i 900 anni di Alghero, rielaborazione fantasiosa della classica paella spagnola che sostituisce il riso con la minestra campidanese chiamata fregula).
Infine, tra i dolci algheresi non possono mancare: Tabaqueres (un dolce che assume la forma della tabacchiera, ripiena di crema di latte, con un involucro di semola e strutto), Torta de carabasseta, (in algherese carabasseta è la zucchina), Piriquitos, Menjar Blanc (Biancomangiare, la versione che oggi si realizza in Alghero è quella “povera” e moderna, con ingredienti essenziali come amido di riso, mais o di grano, stemperato nel latte di pecora, vacca o capra, con l’aggiunta di zucchero semolato e scorza di limone).