Sanno tutti, hanno sempre saputo tutti, che il fiume di miliardi che va a ingolfarsi nei protettorati mediorientali della cooperazione internazionale serve anche (non solo, certo, ma anche) al finanziamento della milizia terroristica che uccide gli ebrei. Ovviamente non vuol dire – o non sempre, o non necessariamente – che i finanziatori internazionali elargiscono quel denaro affinché i percettori uccidano gli ebrei: vuol dire che quei finanziatori sanno, e hanno sempre saputo, tutti, tranne forse la Bella Addormentata S.p.A., che i loro soldi sono usati anche per uccidere gli ebrei e da parte di chi li uccide rivendicando il diritto di ucciderli.
Poiché la situazione dei palestinesi è tragica e miserrime sono le condizioni di vita che essi sopportano (specie perché tutti quei soldi sono in buona parte amministrati e inguattati da capibastone e dirigenze corrotte), si accetta, girando la faccia verso altrove, che il pane dato a una famiglia indigente valga bene il rischio, cioè la certezza, che mammà metta a tavola anche per il babbo o il fratellone che si rifocillano dopo aver scannato un ebreo.
Si può anche decidere (e di fatto è questo che si decide) che in quel mare di aiuti sguazzi per forza di cose anche l’esercito di tagliagole che ha dato tanta prova di sé il 7 ottobre. Ma almeno che non ci si nasconda dietro a un dito: i soldi destinati laggiù hanno fatto adulte le mani che impugnavano i coltelli che quel giorno sgozzavano uno a uno gli ebrei prelevati dalle loro case; le risorse devolute alla sofferenza del popolo oppresso nutrono lo sperma degli stupratori che ingravidano le donne ebree fatte prigioniere; le provvidenze umanitarie hanno tenuto in carica i cellulari con i quali i combattenti per la libertà, invitati a resistere da qualche consulente Onu, comunicavano agli orgogliosi familiari le quantità di ebrei che erano riusciti a fare a pezzi.
E infine. Quando (pur giustamente) reclamano che Israele stesso si adoperi affinché non si interrompa il flusso degli aiuti, valutino, questi finti tonti, che l’acqua deve bensì essere in ogni caso assicurata: solo che essa, mentre rinfranca le donne e i vecchi e i bambini, disidrata la gola e tiene sciolta la voce di quello che grida il nome di dio mentre sfonda a zappate il cranio di un ebreo.
Tengano conto, questi ipocriti, che l’energia elettrica di cui lamentano la penuria serve, e deve essere assicurata, per tenere in funzione i frigoriferi degli ospedali: ma è la stessa che alimenta quelli in cui i terroristi conservano le teste degli ebrei decapitati. Ci pensino, quando strillano come oche spennate perché si attenta al diritto acquisito del personale dell’Unwra di chattare che il 7 ottobre è stato una benedizione.