Nel senso della parolaSi scrive pace ma si legge guerra, manifesto di frasi fatte per tutte le invasioni

Un anno di escalation militari in Europa, nel Mediterraneo, in Asia. E la perpetua retorica ideologica per convincere che la colpa si trova sempre nel capitalismo e nella lobby giudaica

Foto LaPresse

Per la pace e contro le armi alla resistenza ucraina.
Per la pace e contro le false democrazie che aiutano i nazisti di Kyjiv guidati dai drogati e dagli omosessuali servi della Nato.
Per la pace e con l’informazione libera, che contrasta la propaganda sulla messinscena di Bucha e scopre le trame degli 007 occidentali annidati nell’acciaieria Azovstal.
Per la pace e con il giornalismo indipendente, quello che «Putin sta puntando sui suoi obiettivi, e nel frattempo cerca di non spaventare la popolazione».
Per la pace e con il giornalismo d’inchiesta, che denuncia le fake news sui bambini decapitati, mentre erano solo sgozzati.
Per la pace e contro l’entità sionista, che rinnega il diritto altrui di farla sparire dal fiume al mare.
Per la pace e con gli Houthi, aggrediti dall’imperialismo occidentale che contesta il loro diritto di difendersi dall’entità sionista e dai traffici del naviglio capitalista.
Per la pace e con l’Onu, che ricorda all’entità sionista che i pogrom non vengono dal nulla.
Per la pace e con le praticanti avvocatesse dei diritti umani, che mettono a nudo le responsabilità degli europei e degli americani soggiogati dalla lobby giudaica.
Per la pace e con i rettori delle università statunitensi, ingiustamente cacciati solo per aver detto che inneggiare al genocidio degli ebrei è abbastanza ok finché si limita all’istigazione.
Per la pace e con il Sudafrica, con l’Afghanistan, l’Algeria, il Pakistan, il Sudan, l’Uzbekistan, l’Uganda, il Venezuela e gli altri governi della pace che sbattono in faccia al mondo il progetto genocidiario dell’entità sionista.
Per la pace e contro Taiwan, che compromette la sicurezza del mondo garantita dalla democrazia cinese.
Per la pace e contro il Regno Unito, per la pace e contro gli Stati Uniti d’America i quali, dopo i settant’anni di pace garantiti da Idi Amin Dada, da Nicolae Ceaușescu, da Mohammed Farah Aidid, da Hafiz al-Asad, da Leonid Brežnev, dall’Anpi, dalla Cgil e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, tornano a invadere il Mediterraneo con i loro incrociatori dell’escalation.
Per la pace e con Amnesty International, che dichiara di non prendere posizione su nessuna questione politica, “compreso il diritto di sopravvivenza dello Stato di Israele”.
Per la pace e con Amnesty in Italia, che rifiuta la provocazione dei volantini con le immagini degli ostaggi e li rimuove e li depone nella spazzatura.
Per la pace. Per la pace. Per la pace.

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