Portare quanti più ragazzi e ragazze alle urne delle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno. È una delle missioni dell’Agenzia italiana per la gioventù (ex Agenzia nazionale per i giovani), istituita nel 2008 dalla premier Giorgia Meloni, che proprio da ministra per la Gioventù del quarto governo Berlusconi cominciò la sua carriera nelle istituzioni romane. A capo dell’ente, il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi ha nominato una commissaria straordinaria di fiducia, Federica Celestini Campanari, riscrivendo lo statuto e affidandole nuove competenze, con uno stanziamento di 1,2 milioni di euro fino al 2025 (il più alto degli ultimi dieci anni).
Tra le turbolenze politiche italiane, la nomina del capo dell’agenzia sottoposta a spoil system ha causato negli anni ricambi continui ai vertici dell’ente, che finora si è occupato della sola gestione dei fondi europei per i programmi “Erasmus+” (in collaborazione con Indire e Inapp), “Gioventù e Sport” e “Corpo Europeo di Solidarietà”. Con il nuovo statuto, all’ente sono stati assegnati nuovi compiti, tra cui la promozione della cittadinanza attiva ed europea e la cooperazione con i giovani delle comunità italiane all’estero.
«Fino ad oggi non esisteva in Italia un ente che per legge si occupasse di promuovere la cittadinanza europea tra i giovani», spiega la commissaria Federica Celestini Campanari, già componente del Consiglio Direttivo del Forum Nazionale dei Giovani. «Andiamo nei territori e raccontiamo cos’è l’Europa, perché i ragazzi non hanno cognizione di quanto possa influire nella vita di tutti i giorni, spieghiamo cosa fanno le istituzioni europee e promuoviamo i valori dell’Ue, facendo passare l’importanza della partecipazione al voto».
Alle ultime elezioni europee del 2019, l’affluenza record del 50,6 per cento è stata determinata soprattutto dall’alta partecipazione dei più giovani, cresciuta del 42 per cento: più 14 per cento tra gli under 25, più 12 per cento fino a 39 anni.
Bruxelles per il 2024 punta almeno a replicare queste percentuali. Da inizio anno la Commissione europea ha avviato una nuova piattaforma di scambio con le organizzazioni e i ricercatori nel settore della gioventù, rafforzando anche il programma “Dialogo con l’Ue”, un ciclo di incontri annuali con i giovani di tutta Europa, di cui l’agenzia guidata da Federica Celestini Campanari è referente per l’Italia. Dal 12 al 19 aprile si svolgerà poi la “Settimana europea della gioventù 2024”, incentrata proprio sulla partecipazione al voto, che prevederà anche un appuntamento a Forlì nel mese di maggio.
In vista della tornata elettorale di giugno, l’Agenzia italiana ha in calendario diversi eventi per informare i ragazzi sul significato del voto, con esponenti della Commissione e del Parlamento europeo. Anche perché, per questa tornata elettorale europea, per la prima volta gli studenti italiani fuorisede potranno votare nelle città in cui vivono. Una soluzione sperimentale e soprattutto parziale, visto che non coinvolge i lavoratori fuorisede.
«Mi auguro che votare nella città in cui stai studiando o lavorando, senza necessariamente dover tornare nella città in cui sei residente, aiuterà ad avere un’affluenza maggiore dei giovani alle urne. Spero anche che da questa sperimentazione si riesca a lavorare poi a una soluzione più strutturale, sciogliendo i nodi e le difficoltà che fino a oggi non hanno permesso a nessun governo di immaginare una legge elettorale che prevedesse il voto per i fuorisede», dice la commissaria.
I componenti dell’Agenzia sono da poco rientrati dal Sudamerica, dove hanno incontrato i giovani della comunità italiana. Hanno fatto tappa anche in Israele. A breve voleranno a New York per lo Youth Forum del Consiglio economico e sociale. E prima dell’estate è previsto un secondo viaggio a Lampedusa, dopo quello di inizio anno. «Sull’isola abbiamo raccolto le richieste dei ragazzi e il loro desiderio di poter partecipare più attivamente alla vita sociale e politica della nostra nazione», racconta la commissaria. «Poi una delegazione è venuta a Roma per partecipare a un dibattito sui temi dell’Europa, confrontandosi con i loro coetanei. Il nostro obiettivo è stimolare la partecipazione democratica proprio a partire dai contesti locali».