Dichiarazione di non votoAlle urne è più facile schierarsi a difesa del peperone crusco che contro l’antisemitismo

In questa campagna elettorale i programmi di partiti e coalizioni puntano a soddisfare tutte le grandi richieste degli elettori, soprattutto di quelli che vogliono la pace, purché non difendano il popolo di Israele

Io, dopo trentacinque anni che non lo faccio, questa volta potrei anche votare.

Potrei votare, per esempio, per chi dicesse che si impegna a migliorare i rapporti di integrazione tra gli Stati membri, ma innanzitutto per combattere l’antisemitismo. Potrei votare per chi si impegna a dare più poteri alla Commissione europea, o meno poteri, o per darglieli gialli, o rossi, o à pois, o per trasformarla in un museo, ma innanzitutto per combattere l’antisemitismo.

Potrei votare per chi si impegna a perfezionare il sistema di concorrenza nel mercato europeo, o anche per abolirlo e per statalizzare i pomodori e le patate, ma innanzitutto per combattere l’antisemitismo.

Potrei votare per chi si impegna a portare la banda larga dappertutto, o da nessuna parte, ma innanzitutto per combattere l’antisemitismo.

Potrei votare per chi si impegna a tutelare il patrimonio artistico, o a ricoprirlo di vernice per salvare i fringuelli della Val d’Aosta, ma innanzitutto per combattere l’antisemitismo.

Potrei votare per chi si impegna a rendere più democratico il rapporto tra le istituzioni e i cittadini europei, o meno democratico, o antidemocratico, ma innanzitutto per combattere l’antisemitismo.

Potrei votare per chi si impegna a tutelare le minoranze linguistiche, o a imporre a tutti il malese, ma innanzitutto per combattere l’antisemitismo.

Potrei votare per chi si impegna a battere i pugni sul tavolo per la sacrosanta difesa del peperone crusco e della mortazza da tajare fina fina, ma innanzitutto per combattere l’antisemitismo.

Potrei votare per chi si impegna a difendere gli ultimi scampoli della democrazia italiana, cioè gli undicimila dipendenti Rai e il triplo vitalizio per l’ex spaccateste degli anni meravigliosi alla Statale di Milano, ma innanzitutto per combattere l’antisemitismo.

Potrei votare per chi si impegna a non darla vinta – mai! – all’intimo neonazismo di Giorgia Meloni, ma innanzitutto per combattere l’antisemitismo.

Potrei votare per chi si impegna a difendere la pace, ma innanzitutto per combattere l’antisemitismo dei cortei per la pace, l’antisemitismo dei sit in per la pace, l’antisemitismo dei convegni per la pace, l’antisemitismo degli editoriali per la pace, l’antisemitismo dei comizi per la pace, l’antisemitismo dei programmi elettorali per la pace.

Poi mi domandi perché, dopo trentacinque anni, non voto nemmeno questa volta.

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