La riscossa dei 35-40enni. È quello che viene fuori dai dati Istat sul lavoro riferiti a maggio 2024, che registrano sì un calo complessivo degli occupati di diciassettemila unità dopo molti mesi di crescita, a fronte però di un aumento di ventiquattromila unità tra i trentacinque e i quarantanove anni. Dopo una lunga tendenza negativa, per il secondo mese consecutivo la fascia d’età di mezzo è quella che cresce di più. Ad aprile si erano registrati cinquantamila posti di lavoro aggiuntivi. In un anno, sono loro che guidano la crescita del mercato del lavoro con centotrentaseimila occupati in più. E anche al netto della componente demografica, cioè non tenendo conto dell’invecchiamento generale della popolazione, i quarantenni sono in testa con un più 2,2 per cento annuale, seguiti da over 50 e under 35 (quasi stabili).
A maggio 2024, il tasso di occupazione scende al 62,2 per cento. Il calo riguarda quasi unicamente i lavoratori autonomi (meno quarantaduemila), mentre restano più o meno stabili i lavoratori a termine (meno tremila) e crescono di ventinovemila unità gli occupati a tempo indeterminato. È complicato interpretare i dati mensili, ma si può ipotizzare che stia proseguendo la stabilizzazione dei contratti di figure più senior in azienda. Un trend, questo, dovuto anche alla spinta delle imprese di trattenere dipendenti e competenze in un momento di scarsità di manodopera, al di là di qualsiasi sgravio – o superbonus – per le assunzioni stabili come quello appena approvato dal governo Meloni.
Battuta d’arresto per gli uomini, tra i quali si contano ventisettemila posti di lavoro in meno, mentre aumentano di undicimila le occupate donne. Il calo dell’occupazione mensile, concentrata tra gli uomini, potrebbe essere legato anche alle numerose crisi aziendali che interessano il settore manifatturiero, ben settecentododicimila come registrato dalla Fim Cisl, e alla crescita del numero di ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps, che a maggio hanno registrato un +36,7 per cento. Su base annua, invece, le donne crescono di circa tre volte in più rispetto alla componente maschile (+ duecentonovantacinquemila contro + centosessantasettemila).
In sintesi, il tasso di disoccupazione, cioè di coloro che sono alla ricerca di lavoro, a maggio resta stabile al 6,8 per cento: questo per la combinazione della crescita tra gli uomini e i 25-34enni e la diminuzione tra le donne e le altre fasce d’età. In salita al 20,5 per cento, invece, il tasso di disoccupazione giovanile. Fattore negativo: crescono gli inattivi (+ trentaquattromila unità), che continuano ad aumentare lentamente ormai da febbraio.
A trainare la crescita dell’occupazione restano i contratti a tempo indeterminato, cresciuti di quattrocentonovantottomila unità in un anno, mentre quelli a termine sono diminuiti di settantasettemila unità e quelli autonomi crescono di quarantaduemila unità rispetto a maggio 2023. I dipendenti a termine, complessivamente, sono scesi a 2 milioni ottocentosettantanovemila. Gli autonomi si fermano a cinque milioni ottantanovemila. Mentre i dipendenti stabili raggiungono il record di quindici milioni e novemila.