La guerra di PieroRiuscirà l’eroe Fassino a ritrovare l’amico Pd misteriosamente scomparso in Ucraina?

L’ex segretario del Partito democratico scrive 11 piccole note di commento alla scelta della delegazione italiana al Parlamento europeo di votare in dissenso dal resto dei socialisti e dei democratici

Lapresse

Sottopongo qui alcune considerazioni sul voto di ieri al Parlamento europeo sulla guerra all’Ucraina.

1) Il gruppo socialista aveva deciso di sostenere la risoluzione che invita gli Stati membri a rimuovere limitazioni all’uso delle armi fornite all’Ucraina per la sua difesa.

2) La procedura prevedeva un voto per ogni singolo paragrafo della Risoluzione e un voto finale complessivo.

3) La delegazione PD ha votato a favore nel voto finale (che include l’invito alla rimozione del veto), mentre sul paragrafo specifico sulla rimozione si è divisa tra chi ha votato no (su indicazione della Segreteria), chi sì, chi non ha partecipato al voto.

4) nel voto si sono manifestate in realtà differenziazioni presenti nel PD fin dall’inizio della guerra ucraina e mai davvero risolte.

5) la motivazione della Segreteria e di chi ha votato no al paragrafo 8 è che non si vuole favorire l’escalation del conflitto, orientamento che certamente corrisponde a un sentimento sincero diffuso anche nell’elettorato PD.

6) Tuttavia quel sentimento non dà una risposta a una questione molto concreta: come può difendersi l’Ucraina se non si colpiscono le rampe di lancio da cui la Russia, dal proprio territorio, scarica ogni giorno missili esplosivi sulle città ucraine?

7) sostenere che ci vuole una più forte iniziativa diplomatica è giusto, ma non da risposta al quesito precedente.

8) in ogni caso la posizione del PD risulta contraddittoria: la maggioranza della delegazione ha votato no al paragrafo 8, ma poi tutta la delegazione (salvo 2) ha votato sì alla risoluzione che afferma il contrario, due atteggiamenti opposti che non depongono a favore della credibilità di un partito che ha ambizioni di governo.

9) non può essere sottovalutato che nel voto sul paragrafo 8 il PD si è trovato a fianco della destra e delle forze filoputiniane che abbiamo sempre contrastato.

10) la cosa è tanto più paradossale perché il PD, isolandosi da tutte le altre delegazioni del gruppo socialista, ha di fatto rinunciato a svolgere un ruolo di guida a cui invece dovrebbe ambire essendo la principale delegazione del gruppo.

11) infine, giustissimo chiedere una più forte azione diplomatica, purché si sappia che fino a oggi Putin ha dichiarato piu volte che non intende in alcun modo revocare l’annessione dei territori ucraini occupati, dal che consegue che l’unico accordo di pace che sarebbe disposto ad accettare è che l’Ucraina accetti di perdere una parte del suo territorio, cioe un esito che premierebbe l’aggressore e umilierebbe l’aggredito. Il che sarebbe il contrario di quella pace “giusta e sicura” che tutti invocano.

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