Camillo di Christian RoccaHitch, il primo

L’uomo che per primo ha definito "fascisti islamici" i terroristi di Allah è un bastian contrario di sinistra, di estrema sinistra. Si chiama Christopher Hitchens, ideologicamente è un rivoluzionario trotskista e scrive per l’edizione americana di Vanity Fair. L’espressione ha avuto molta fortuna anche in Italia, dove è usata spesso dal Foglio e recentemente anche da Pierluigi Battista sul Corriere della Sera. Hitchens, detto Hitch, è un personaggio straordinario, inglese, battuta pronta, gran bevitore e acerrimo nemico di chi come il sindaco di New York vieta di fumare nei locali pubblici. Oggi è coccolato dalla destra, sembra quasi un neocon, perché da antifascista (come George Orwell, dice lui) si è schierato senza esitazioni per rimuovere il dittatore e liberare il popolo iracheno, ma fino a ieri era un pericolo pubblico per i conservatori. Hitchens è ancora oggi il più rumoroso accusatore di Henry Kissinger, che definisce criminale di guerra ("è l’uomo che ha devastato la Cambogia, Cipro, il Cile e Timor Est") e al quale ha dedicato libri, conferenze e documentari di fuoco. Ha irriso Madre Teresa di Calcutta e la sua holding della carità con un’inchiesta dal titolo blasfemo, "La posizione della missionaria: Madre Teresa in teoria e in pratica". "Koba il terribile", il libro sui crimini di Stalin scritto dal suo grande amico Martin Amis è in larga parte un dialogo a distanza con Hitchens nella parte del comunista. Con questo curriculum di sinistra i suoi compagni non si aspettavano la giravolta che Hitch però non considera tale: i terroristi "sono fascisti travestiti da musulmani", "oppressori dei derelitti del mondo, non i portavoce di chi lotta contro le ingiustizie", solo questi "poveri stupidi" che invocano la pace ­ ha scritto ­ non se ne accorgono. Ora gli amici di un tempo lo accusano di ogni empietà, "venduto e ubriacone", con una veemenza pari a quella che Bob Dylan dovette subire dai suoi fan dopo la svolta elettrica. Hitch se la gode. In America ha appena pubblicato un libro, "Love, poverty and war", poi beve, fuma e resta antifascista.

X