Si è messa in moto, con un anno e mezzo di anticipo, la macchina elettorale del presidente americano in carica, in vista delle elezioni del 6 novembre 2012.
La parola chiave di questa campagna sarà “base”, nel senso di “militanza di base”, quella dei cosiddetti grassroots supporters, che già avevano svolto un ruolo chiave nel 2008.
Lo dimostrano tre messaggi diretti agli attivisti: tre video, postati anche sul canale YouTube di Organizing for America, la sezione “elettorale” del partito democratico targato Obama.
Il primo, passo è la chiamata alle armi, con un video dal titolo It begins with us, (“comincia tutto da noi”), un collage di storie raccontate da persone che avevano partecipato alla scorsa campagna. Un video dal forte impatto emotivo.
Il secondo step è la formazione: con un messaggio che invita a diventare un Summer organizer, ovvero ad impegnare due mesi della propria estate per seguire corsi finalizzati a migliorare le proprie doti organizzative in vista della campagna.
Il video mette bene in luce alcuni elementi strategici, per esempio l’uso dei social network: “ho fatto tantissime ore di volontariato solo perché avevo letto un messaggio su facebook”, racconta Candice, militante californiana.
Gli strateghi di Obama non chiedono solo impegno ma – attraverso le storie di quanti hanno partecipato nel 2008 – cercano di far capire ai potenziali interessati che l’esperienza può essere importante anche per acquisire qualità spendibili nel mondo del lavoro o per allargare il proprio network di relazioni.
A sancire la centralità dei militanti arriva un messaggio di Jim Messina, campaign manager, che racconta con un video le linee generali della strategia per il 2012.
Prima di mobilitarli, però, il responsabile della campagna annuncia una serie di incontri di base, per ascoltare le opinioni degli attivisti e condividere con loro la strategia generale da adottare.
Una bella lezione per i politici italiani che credono di “risolvere” con un profilo facebook (spesso animato da collaboratori) la questione dello scambio bidirezionale con gli elettori, che è la condizione sine qua non della comunicazione 2.0.