Gianfranco Teotino sul suo blog parla dei fischietti del calcio italiano e arriva alla conclusione che in questo momento sono i peggiori al mondo. La vulgata dice che nel rugby la scelta arbitrale viene presa per quella che è e si continua a giocare. Vero in parte, perché basta guardare una partita o in televisione o allo stadio per rendersi conto che non è esattamente così. Certo, c’è il rispetto nei confronti della figura del giudice di gara: nessuno oserebbe in campo mandarlo platealmente a quel paese, a onor di telecamera. Nessuno oserebbe insultarlo, tirando in ballo la madre. Nessuno si oserebbe mettergli le mano addosso. Ci vuole stile e quello non si compra al supermercato.
Però educatamente si può alzare la mano e dire che non si concorda. Sabato pomeriggio, ad esempio, il presidente degli Aironi di Viadana Silvano Melegari prima ha elogiato il comportamento dei suoi giocatori che hanno sì perso 8-20, ma l’avversario era il Leinster, storico club di Dublino con un XV iniziale composto per l’80% da nazionali irlandesi. Poi ha speso due parole su Andrew McMenemy, l’arbitro scozzese che ha diretto l’incontro, affermando ciò che era palese ai più: che non aveva gestito bene alcune situazioni. Lo ha fatto educatamente, senza strascichi polemici e Rowland Phillips, il coach gallese della franchigia mantovana che era al suo fianco in conferenza stampa, non si è neppure permesso di aggiungere dell’altro. Piuttosto ha voluto condividere la soddisfazione di padre: sua figlia mercoledì debutta con il Galles Under 20 contro l’Inghilterra.
Roba antropoligicamente superiore. Questa sì, mica certa presunzione alla Michele Serra: perché qui davvero si parla di uomini. Tipo: sfida di Super Rugby (torneo d’élite australe) tra i sudafricani Natal Sharks e i neozelandesi Hurricanes. Un giocatore ospite viene travolto da un’ondata offensiva dei padroni di casa, con il ginocchio che gli fa uno strano giro. Deve abbandonare definitivamente il campo e lo fa uscendo sulle proprie gambe. Evitando, come ha fatto giustamente notare il funambolico Vittorio Munari (dirigente della Benetton Treviso e commentatore Sky), la sceneggiata della macchinetta con barella incorporata, giusto per farsi mettere un po’ di spray. Si stava parlando dei calciatori, ovviamente.