“Questa mattina ho firmato la richiesta di deroga all’obbligo di chiusura degli esercizi pubblici per il prossimo Primo maggio“. Questo l’annuncio di Giovanni Terzi, assessore milanese alle Attività Produttive, Politiche del Lavoro e dell’Occupazione, che ha seguito l’esempio di Renzi a Firenze e contagiato anche Roma e Torino.
In poche parole, i negozianti che vorranno tenere il proprio negozio aperto anche in occasione della festa dei lavoratori, potranno farlo.
Contrari i sindacati, in particolare la CGIL, che per controbattere hanno proclamato proprio per domenica Primo maggio lo sciopero generale nazionale di 24 ore del settore commercio e turismo.
Qualunque milanese sa che la domenica la propria città muore letteralmente (mai provato a cercare un bar aperto nella stragrande maggioranza dei quartieri la domenica mattina?), quindi viva questa liberalizzazione. E basta figuracce con gli stranieri che camminano spaesati guardando le vetrine sbarrate persino dei negozi del centro. In più, non è un obbligo per i commercianti, che potranno decidere autonomamente se aprire o fare vacanza. Ma forse i sindacati non l’hanno capito…