Il 18 dicembre del 2010 è stato inaugurato il nuovo ponte sul Po per passare dalla Lombardia all’Emilia Romagna. Il crollo di una campata il 30 aprile 2009 ha creato non pochi disagi, in parte rimediati con un ponte provvisorio galleggiante e una forzata e rallentata circolazione, scandita dalle piene del grande fiume.
Il 23 di marzo del mese scorso – vedi articolo su Libertà – in un pomeriggio di primo sole primaverile, l’amministrazione piacentina ha ben pensato di proseguire la riqualificazione facendo fuori alla base, e in un solo pomeriggio, tutti gli alberi quasi centenari del Viale Risorgimento, il viale che parte dall’arrivo del ponte sul Po e fa da ingresso alla città – più di una cinquantina, quasi tutti sani – fulminando la strada alberata che porta a Palazzo Farnese, il gioiello d’architettura cinquecentesca del famoso architetto Vignola.
Ah gli alberi! Colpevoli di avere radici affioranti che scomponevano una pavimentazione di comuni autobloccanti prefabbricati – la ragione ufficiale – sotto il quale, invece, parrebbe debba passare la rete del teleriscaldamento, una grande innovazione che proprio lì, sotto la linea degli alberi, doveva passare. Figuriamoci.
Ovviamente l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Piacenza non ha detto nulla nè la neonata Fondazione Architetti Parma e Piacenza. Anzi l’Ordine degli Architetti con bizzarro senso dell’umorismo ha organizzato poco dopo un incontro dal titolo I segni della storia nel paesaggio: stradoni nobiliari e viali alberati in provincia di Piacenza. Di cosa mai avranno parlato? Loro magari penseranno così di aver fatto il loro massimo.
Ora per uno strano incantesimo il viale è scomparso, e un’atmosfera sinistra ha reso spettrale l’edificio più importante della città. Effetto che forse il Sindaco ingegnere o forse l’assessore Brambati alle Infrastrutture non avevano considerato, o semplicemente c’hanno pensato troppo poco, come fosse una cosa da niente.
Oggi sul viale non ci sono più alberi, fronde, ombre, e fioriture. La primavera ha portato solo una pochissima intelligenza, nessuna sensibilità, e una soluzione definitva all’oscuro dei cittadini, che oggi non si riconoscono in Viale Risorgimento, il viale di ingresso alla città di Piacenza per chi arriva dalla Lombardia e da Po.
Gli alberi, ripetono a macchinetta ora che il danno è fatto, verrano sostituiti, non prima che i lavori, chissà quando, abbiano inizio e fine coi tempi che sappiamo e provvedano a un grosso tubo sottoterra. Invece dei quindici metri di altezza di quelli precedenti, i nuovi alberelli a fiammifero non supereranno i cinque prima dei nostri prossimi venti anni. Ecco il viale alberato resterà un lontano ricordo anche per noi che siamo ancora giovani.