Salvate il generale Ibra! Ora gli sparano tutti addosso, è persino nel mirino del fuoco amico. Non ci si comporta così… Impari l’educazione… Con quello che guadagna… In fondo è sempre stato una testa calda… Le partite decisive le sbaglia tutte… E’ geloso di Pato… Con Ibra ho buttato i miei soldi… In Champions non la becca mai… Senza di lui il Milan gioca meglio…
Certo, se le tira. Anche un fenomeno stimato da tutti come Zidane ogni tanto andava fuori di testa (letteralmente). Ma due espulsioni consecutive devono essere una specie di record per un campione del suo valore. La prima poi, al limite, poteva anche essere accettata: una botta di nervosismo in una partita storta, per lui e per la squadra. Ma la seconda… Arroganza pura. Stava filando tutto liscio, tranne il fatto che lui non riusciva a buttarla dentro. E poi non si manda affanculo nessuno per una rimessa in gioco, dai.
Tutto vero. E però c’è vaffa e vaffa, di sicuro il vaffa non è uguale per tutti. Quante volte avete visto un giocatore mandare aff arbitro o segnalinee e cavarsela con una pacca sulle spalle o uno stai calmo per favore o una sana strigliata? Mi è stato segnalata una vecchia chat sul sito www.arbitri.com, dove direttori di gara di categorie inferiori si scambiano esperienze e confidenze. Era il 2007 e discutevano della liceità di un comportamento adottato da alcuni “fischietti” di Serie A: e cioè al vaffa di un giocatore si doveva rispondere per le rime, risolutamente, ma senza prendere provvedimenti. Qualcuno approvava, qualcuno si sdegnava, così perdiamo la nostra autorità. Ma il buffo è che questo comportamento era stato ribattezzato “metodo Morganti”, perché adottato di preferenza da quell’arbitro che, vedi com’è strana la vita, l’altra sera ha cacciato Ibrahimovic e poi ha scritto un referto da due giornate più una di squalifica. C’era chi in quella chat preferiva il metodo Gabriele, direttore di gara, poi rimasto intrappolato nella rete di Calciopoli, che a Perugia una volta a Caracciolo che l’aveva mandato affa rispose secco: affanculo ci vai tu, sventolandogli però contemporaneamente il cartellino rosso in faccia. Quale che sia la scelta giusta, certo la trasformazione di Morganti un po’ stupisce.
E come non ricordare, Udine 2008, il triplice vaffa di Totti a Rizzoli? Nessun cartellino, nessuna squalifica, una multarella di mille euro e una letterina di scuse del giocatore all’arbitro che poi sarebbe diventato, forse per la sua accondiscendenza, il più valutato d’Italia.
Ecco perché viene voglia di essere solidali con il “povero” Ibrahimovic. Almeno fino a quando non ricomincia a straparlare di squalifiche a vita che certi suoi colleghi meriterebbero…
13 Aprile 2011