Diario americanoUomini e bisonti.

     Uomini e bisonti. E' un connubio che ognuno di noi ha nella mente e negli occhi – basta aver visto un film di John Ford, Howard Hawks, George E. Marshall – non appena pensa all'America, al Wes...

Uomini e bisonti. E’ un connubio che ognuno di noi ha nella mente e negli occhi – basta aver visto un film di John Ford, Howard Hawks, George E. Marshall – non appena pensa all’America, al West, al mito fondativo di un Paese nato dalla conquista faticosa e violenta del territorio. E’ un connubio che in questi giorni si arricchisce di un nuovo episodio: la morte, anch’essa violenta, per arma da fuoco, di tre bisonti dello Yellowstone National Park. Non si tratta di bisonti comuni: si tratta dell’ultima mandria selvaggia di veri bufali d’America, 3700 esemplari, ormai decimati da malattie, caccia, restringimento dei pascoli.
Questa rara specie di bisonti (animali miti ma imprevedibili, enormi, capaci di raggiungere i 1000 kg) è da anni al centro di una furibonda polemica tra governo, ambientalisti, allevatori. Quando arriva l’inverno le mandrie, alla ricerca di cibo, lasciano le piane nevose di Yellowstone e scendono in Montana. Dove però sono accolti con scarsissima simpatia dagli allevatori di bisonti di allevamento, che temono l’estendersi alle loro mandrie della brucellosi, un’infezione batterica bovina di cui i bisonti selvaggi sono portatori.
Per un certo periodo, il governo federale ha dato ragione agli allevatori, conducendo un programma di abbattimento, e macellazione, di centinaia di esemplari. Poi è scattato qualcosa. Uno studio del team di genomica della University of California ha spiegato che la debolezza genetica dell’animale sarebbe stata amplificata dal programma di abbattimento. I gruppi animalisti hanno costantemente battuto sul rischio di estinzione. La simpatia degli americani verso un “loro” animale ha fatto il resto. Agenzie federali e statali si sono messe d’accordo, per consentire ai bisonti di Yellowstone di lasciare le nevi, nel periodo più freddo dell’anno, e arrivare a brucare in Montana.
La decisione non è piaciuta a tutti. Non è piaciuta, soprattutto, agli allevatori del Montana, tra cui deve essere cercato con ogni probabilità l’autore del brutale regolamento di conti: tre bisonti uccisi, con una pistola di piccolo calibro (ciò che ha provocato, secondo gli investigatori, una morte “dolorosa e piena di terrore”). E’ il finale triste, in minore, di una storia altrimenti gloriosa: animali potenti, ridotti a poche centinaia di esemplari malati e braccati; gli eredi dei vecchi cowboys, finiti a pistolettare di nascosto gli animali; la leggenda di un Paese grande, selvaggio e libero, consegnata ormai alla memoria nei vecchi film in bianco e nero.

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