La mai abbastanza deprecata legge Gasparri preservò la posizione dominante di Mediaset nella pubblicità televisiva, allargando a dismisura il settore, nel momento in cui stabiliva un tetto alla quota detenuta, appunto, in tale settore. Stabilì infatti che nessun operatore poteva superare la quota del 20 % del “sistema integrato delle comunicazioni” (SIC), sistema così vasto che include tutto: dalla pubblicità vera e propria sui media, alle promozioni sui prodotti, alle sponsorizzazioni, etc. La percentuale, fissata nel 20%, consente una quieta vita a Mediaset, proprio grazie all’allargamento dell’ambito di riferimento. È come se, davanti ad una possibile posizione dominante nel mercato dell’auto, e per sfuggire al problema, si includessero, nel mercato rilevante, tutti i mezzi di trasporto, dalla bici ai treni alle navi e agli aerei.
Restava però una residua, tenue, linea a difesa della concorrenza, sempre opposta a chi lamentava le protezioni della Gasparri: la legge, ci veniva detto, demanda all’Agcom, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, di accertare che, nei singoli mercati che costituiscono il SIC, non si costituiscano posizioni dominanti.
Siamo, si sa, la culla del diritto, e la tomba della giustizia; non è difficile, fatta la legge, trovare l’inganno, tanto più che l’inganno era già previsto da chi la legge l’ha fatta. Cosa ha fatto l’Agcom? Ha deciso, pensate un po’, che non esiste il mercato della pubblicità nei mezzi di comunicazione, bensì una “area allargata”, che comprende affissioni, sponsorizzazioni, direct marketing, promozioni; quasi tutto, cioè, quanto già forma lo smisurato SIC, con il che si svuota facilmente questa tenue linea di tutela della concorrenza. E si nega, in sostanza, che esistano, nell’ambito del SIC, diversi “mercati rilevanti”, come invece postula la pur pessima Gasparri. Si vede che quel che non si aveva il coraggio di fare nel 2004, al varo della Gasparri, si può fare ora: gettare la maschera.
E così il grande capo dorme sonni tranquilli (anche alla beatificazione di Wojtyla, l’abbiamo visto); con tanti saluti all’indipendenza delle autorità indipendenti. È una piccola consolazione sapere che i quattro componenti di minoranza dell’Agcom hanno votato contro questo affronto, prima che alla legge, al buon senso.