Nonostante il rapporto della commissione del Ministero degli Esteri presentata ad Avigdor Lieberman,che consigliava la continuazione dei rapporti con i palestinesi e trovava l’aspetto positivo della situazione, anche il Ministro degli Esteri si schiera con Nataniau nel giudizio del tutto negativo nei confronti degli accordi di rappacificazione tra Fatah e Hamas e la prossima formazione di un governo di unita’ nazionale nel campo palestinese. Chiede l’immediato arresto di qualsiasi contatto con l’Autorita’ Palestinese ad ogni livello.
Catch 22…..il governo israeliano ha ripetuto per gli ultimi quattro anni che, con la divisione nel campo palestinese, non sarebbe stato possibile firmare accordi di pace. Gli accordi sarebbero stati esclusivamente per i territori della Cisgiordania ma non sarebbero stati validi per la striscia di Gaza. Con la rappacificazione, sempre che si riveli effettiva sul terreno, il problema sembrerebbe cadere. Questo implica ,pero’ trattare con Hamas, e quindi non possibile.
E’ quella che in Inglese si chiama una ” no no situation”.
Catch 22 Hamas essendo un movimento islamico non puo’ permettersi di abbandonare terreni che appartengono al Wakf (autorita’ religiosa musulmana). Tutti i territori che hanno appartenuto all’Islam nel passato ( inclusa la Spagna e la Sicilia) devono rimanere islamici. Questo provoca la non possibilita’ di riconoscimento di Israele come stato ebraico. Hamas e’ considerata un’organizzazione terrorista o comunque border line. Ismayl Hania che ha firmato gli accordi con Abu Mazen ha dichiarato negli ultimi giorni la sua ammirazione nei confronti di Bin Laden in occasione della sua uccisione.
no no situation
I due parlamentari israeliani che hanno partecipato agli incontri con Fatah e Hamas sono stati duramente criticati al parlamento ma non sono ,per il momento, state prese misure nei loro confronti ne critiche ufficiali sui media.
Settembre si avvicina e in mancanza di una politica chiara forse una situazione imposta risolverebbe tutta una serie di problemi sul terreno.
Sara’ interessante vedere le reazioni dell’Occidente, questo Occidente che interviene a difesa della popolazione libica ma non di quella siriana e dal quale quindi non ci si puo’ aspettare che una posizione dettata da interessi e non da posizioni ideologiche.