Diario americanoChe “genere” di giustizia

Un giudice gay può deliberare in una causa di pregiudizio anti-gay? La domanda se la sono posta quelli di ProtectMarriage.com, il gruppo che in California combatte il matrimonio omosessuale. Lo sco...

Un giudice gay può deliberare in una causa di pregiudizio anti-gay? La domanda se la sono posta quelli di ProtectMarriage.com, il gruppo che in California combatte il matrimonio omosessuale. Lo scorso agosto ProtectMarriage.com ha incassato una clamorosa sconfitta. Una corte federale di San Francisco, presieduta dal giudice Vaughn R. Walker, giudicò anticostituzionale il bando al matrimonio gay e lesbico, la famosa Proposition 8. Allora i difensori della famiglia etero annunciarono che avrebbero fatto appello. Cosa che è regolarmente avvenuta. Con una sorpresa. Tra le ragioni che dovrebbero cancellare la sentenza di Walker c’è la sua sessualità. Il giudice Walker è infatti gay.

Le preferenze di Walker erano da tempo al centro di molti “si dice”. Lui non le aveva mai confermate, né negate, spiegando che “l’etnia, le origini nazionali, l’orientamento sessuale non c’entrano con l’amministrazione della giustizia”. La cosa appare sensata. Chi mette più in discussione, oggi, il diritto di una donna giudice a deliberare in una causa di violenza contro le donne? Chi mette più in discussione il diritto di un giudice nero a presiedere un caso di pregiudizio contro i neri? Nessuno (verrebbe da dire, fortunatamente).

L’eccezione riguarda proprio i gay, a testimonianza di come il pregiudizio anti-omosessuale possa essere persino più tenace rispetto a quello razziale. Dopo essere andato in pensione, il giudice Walker ha infatti annunciato di essere omosessuale, e di avere un compagno, un medico, da più di dieci anni. Il giudice Walker, tra l’altro, non è mai stato un beniamino della causa omosessuale. E’ repubblicano, nominato alla corte federale da Bush senior, nel 1989. Da semplice avvocato, si attirò le ire del movimento omosessuale, difendendo diverse corporations portate in tribunale dai gay con l’accusa di pregiudizio.

Una volta diventato giudice, e chiamato a giudicare sulla Proposition 8, Walker ha fatto però quello che la Costituzione degli Stati Uniti, e la sua coscienza, imponevano. Ha giudicato che il bando agli omosessuali fosse un’ingiustizia, che viola il diritto di ogni americano alla “eguale protezione” garantito dalla Carta fondamentale. Poi, raggiunti i limiti di età, ha lasciato il suo scranno, annunciato il suo amore, e aperto uno studio da semplice avvocato.

La cosa non è sfuggita a quelli di ProtectMarriage.com, che hanno fatto appello spiegando che Walker “potrebbe godere dei benefici della sua sentenza, e sposarsi”. Il suo giudizio, quindi, non sarebbe stato disinteressato. E’ un argomento che, secondo la quasi totalità giuristi, non ha molte probabilità di convincere la corte d’appello. Significherebbe creare un pericoloso precedente, e portare alla ricusazione di giudici, e all’annullamento delle loro sentenze, solo perché sono donne, neri, ebrei, etc.

L’appello di ProtectMarriage.com potrebbe però avere altre conseguenze, molto più sottili, pericolose, durature. Potrebbe portare altri giudici a nascondere il loro orientamento sessuale. Potrebbe limitare le nomine di giudici gay e lesbiche (Barack Obama ha sinora designato due giudici federali apertamente omosessuali). Il “genere”, nelle corti di giustizia, resta ancora tabù. Come in gran parte delle nostre società.

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