Da qualche giorno, il Secolo d’Italia ha un nuovo direttore. Se l’allontanamento di Flavia Perina, di fatto sfiduciata dal rinnovato consiglio di amministrazione dello storico foglio di partito destrorso, aveva suscitato un vespaio di polemiche, la nuova nomina non è certo destinata a mettervi fine. La Perina si portava dietro il peso ingombrante dell’ex alleato Fini, di cui gli ex AN rimasti nel PdL non vedevano l’ora di liberarsi, ma Marcello De Angelis, scelto per sostituirla, porta un dote un passato non meno imbarazzante.
La direzione della Perina non è stata certo caratterizzata da performance da far stropicciare gi occhi. La pasionaria finiana, in undici anni, si è infatti distinta più per la capacità di accaparrarsi finanziamenti pubblici che per quella di competere sul mercato. I dati sono impietosi. Nel 2007, secondo quanto riportato da Lavoce.info, le copie vendute sono state 3.000. Il vero record, però, nenche a dirlo, è quello del denaro gentilmente prelevato dalle tasche dei contribuenti: 3,60 euro a copia, che valgono al Secolo il gradino più alto del podio in questa particolare specialità. Nel 2010, leggiamo su Affaritaliani.it, le vendite sono crollate addirittura a 1.300, vale a dire poco più della famiglia Perina e del condominio in cui abita. A completare cotanto curriculum, infine, quello che agli occhi dei dirigenti pidiellini appare come il peccato originale: l’aver sposato la causa del presidente della Camera senza se e senza ma. Cosa che, dalle parti della maggioranza, è considerata una ragione più che sufficiente per mettere alla porta una voce non allineata. Soprattutto se quella voce pretende di finanziarsi con i loro soldi.
Per sostituire degnamente una figura così di successo, gli ex AN del PdL hanno pescato dal mazzo il nome di Marcello De Angelis. E la scelta non può che apparire singolare. De Angelis ha un passato turbolento fatto di lotte giovanili negli anni di piombo, Terza Posizione e qualche anno di carcere. Anni che sono rimasti impressi nella sua mente e che trasudano anche dall’editoriale vergato stamattina, che da il la alla sua avventura al Secolo. Proveniente dalla destra sociale dura e pura e vicino al sindaco di Roma Alemanno, De Angelis è anche e soprattutto il cantante dei 270 Bis, gruppo noto agli appassionati di musica alternativa neofascista. Sul sito del gruppo si possono acquistare i cd con le canzoni più famose, da Claretta e Ben, che non necessita di commenti, a Settembre Nero, ode al gruppo terroristico palestinese responsabile della strage delle olimpiadi di Monaco del 1972.
Se è vero che un giornale di partito deve essere l’avanguardia colturale del movimento politico e se l’obiettivo era quello di fare un passo avanti dopo la deludente gestione periniana, il minimo che si possa dire è che i dirigenti pidiellini avrebbero potuto scegliere un altro tipo di ambasciatore. Altrimenti il rischio è che il passo si faccia all’indietro.
Riccardo Cursi