GesellschaftDe Magistris “Re di Napoli”? Forse no

Diciamolo! Un po' tutti avevamo pensato che il risultato di De Magistris sarebbe arrivato. Però poi, un po' per vezzo culturale e un po' per diffidenza personale e politica, qualcuno ha storto il n...

Diciamolo! Un po’ tutti avevamo pensato che il risultato di De Magistris sarebbe arrivato. Però poi, un po’ per vezzo culturale e un po’ per diffidenza personale e politica, qualcuno ha storto il naso e aveva preferito – per un centro-sinistra a Napoli – la figura più sobria e rassicurante di Morcone.
De Magistris ha fatto una buona campagna elettorale, a parere di chi scrive troppo aggressiva nel linguaggio, ma alla fine una campagna vincente. Dalle urne emerge che è lui l’uomo del “cambiamento”. Ma la campagna vincente a quanto pare è sua, solo sua e di nessun altro. Ma detto questo De Magistris non è in una situazione facile.
Spiego il perchè.
Le liste che sostenevano De Magistris erano (e sono per ora) quattro. Napoli è tua che con 18.791 preferenze si è attestata al 4,6%, Italia dei Valori – il partito dell’ex-pm – ha preso 33.216 preferenze e vola sull’8,1%, Federazione della Sinistra (che conta Rifondazione e Comunisti Italiani) è a 14.968 preferenze e quindi al 3,66%, infine il Partito del Sud ha preso 1.287 che in punti percentuali è poco più dello 0,32%. La somma di tutti i partiti è 68.262 preferenze tradotte in 16,68 punti percentali. Luigi De Magistris ha preso 127.771 voti come sindaco, il 27,51%, quindi il doppio di tutta la sua coalizione messa insieme.
Ma il problema nasce al secondo turno dove le liste non contano e la coalizione deve fare i conti con gli altri partiti, le altre liste. I suoi interlocutori sono – o meglio dovrebbero essere – il Pd e Sel e il Terzo Polo con tutte le sue componenti.
Ora consideriamo diverse ipotesi. Il Partito Democratcio da solo ha preso il 16,61% (67.608 preferenze) quindi quanto tutta la colazione che sosteneva l’ex-pm e al secondo turno valgono un bel po’ di seggi. Lo stesso non vale per il cosiddetto Terzo Polo e tutte le sue liste che, anche con un buon risultato (9,73%), non ha la stessa voce in capitolo. Sel ha poco potere contrattuale in termini di voto e comunque il loro appoggio non preoccupa Da Magistris in termini di seggi.
Che scelta farà l’attuale out-sider (ora non più tanto) Luigi De Magistris?
Se correrà da solo all’urlo di “via i camorristi e via i bassolinani” sorgerebbe il rischio di non riuscire a portare a sé i voti che lo porterebbero alla vittoria. Il distacco con Lettieri è troppo ampio in termini di coalizioni e liste, e quindi di preferenze e punti percentuale.
Se decidesse l’apparentamento con Pd e Sel le probabilità di vittoria crescerebbero enormemente, ma poi al momento del conteggio dei seggi il Pd risulterebbe il primo partito della maggioranza. Non credo che sia l’ipotesi che più aggrada alla coalizione che ha sostenuto l’ex-pm.
Guardare al Terzo Polo significherebbe mettere Futuro e Libertà e Rifondazione Comunista nella stessa maggioranza. Nemmeno Pennacchi ha osato tanto e credo che non sia la più plausibile delle ipotesi visto che Casini ieri è stato chiaro: “Mai con De Magistris!”.
De Magistris da ieri è stato accostato al primo Bassolino, al Laurismo e in termini di entusiasmo, di carisma ci può anche stare ma certamente, usando una metafora forzata, non è il nuovo “Re di Napoli”. Infatti nel caso di Bassolino e Lauro gli spazi di manovra politica ed elettorale erano giganteschi e De Magistris qualsiasi cosa decida è vincolato a un sistema elettorale che non lo farebbero amministrare tranquillamente.
Insomma, una cosa è certa, De Magistris al ballottaggio ha diversi significati e tra tutti c’è anche da considerare che la sua ascesa elettorale non è tra le più semplici da gestire, soprattutto quando si attirano tanti voti personali a danno dei partiti e delle coalizioni. Anche perchè dopo con i partiti ci devi lavorare, c’è da fare amministrazione, in particolare quando la tua coalizione non ha i numeri per poter gestire autonomente una vittoria.
Un voto personale con non poche complicazioni.
Non vorrei essere nei panni di Luigi De Magistris.

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