Dal ’94 ad oggi abbiamo avuto decine di campagne elettorali e ne abbiamo sentite di tutti i colori. Dal “miracolo italiano” al “coglioni che votano a sinistra”, fino al recentissimo – e nemmeno tanto originale – “i leader della sinistra puzzano”.
Ieri poi, durante la chiusura della campagna elettorale napoletana, il Presidente del Consiglio non ha esitato a dire alla Iervolino che la mattina non dovrebbe guardarsi allo specchio per non rovinarsi la giornata. In breve le ha detto che è brutta e racchia.
Ricordo poi qualche anno fa, prima del faccia a faccia con Prodi, il cavaliere accostò molto diplomaticamente il professore ad un bulldog, evidentemente per via delle rotondità della faccia dell’ex presidente della Commissione europea.
Le tecniche del cavaliere in campagna elettorale sono note. C’è una letteratura molto vasta sul caso e il tema è molto diffuso a livello editoriale. C’è chi dice che siano tecniche precise e mirate, costruite a partire dai sondaggi, volute dai suoi spin doctor. Altri ancora parlano di Carisma e di grande personalità del cavaliere. Infine ci sono anche coloro che sostengono che sia soltanto l’inizio di una più diffusa e non meglio conosciuta categoria della politica e del linguaggio politico.
Dal canto mio propenderei per l’ultima, meno impegnativa e più attenta alle trasformazioni e con una visione rivolta alla longue durée del ventennio berlusconiano che ci apprestiamo a chiudere.
Ma per una volta, al di là delle valutazioni di carattere sociologico e politico e a meno di 24 ore dal voto, dico con molta semplicità che abbiamo assistito alla più brutta delle campagne elettorali, senza issues, senza confronto, in poche parole…senza politica.
La prossima tornata elettorale si finirà con il tirare la treccia alla più carina del Parlamento, a fare le boccacce alle spalle del Presidente Napolitano, a dare gli scappellotti al secchione di Sinistra e Libertà che parla in maniera complessa e con un piccolissimo difetto di pronuncia.
Ops! Credo di avergli fornito qualche idea.
14 Maggio 2011