Carpe DiemStocks for the long run?

Guardate questo grafico. È l’indice S&P500 della borsa americana dal 1929 ad oggi. È in scala logaritmica, che vuol dire che sull’asse verticale la distanza tra 10 e 20 è la stessa che tra 100 e 2...

Guardate questo grafico.

È l’indice S&P500 della borsa americana dal 1929 ad oggi. È in scala logaritmica, che vuol dire che sull’asse verticale la distanza tra 10 e 20 è la stessa che tra 100 e 200 o tra 500 e 1000. È in termini nominali, cioè non è corretto per l’inflazione. Ed è un indice di prezzo, cioè non include i dividendi. Le colonne verticali indicano i periodi di recessione dell’economia americana.

Guardate gli anni 80 e gli anni 90. Gran parte degli investitori professionali (me incluso) si sono formati nel corso di quei vent’anni, in cui l’indice è salito da 100 (agosto 1982) a 1500 (settembre 2000). Ora guardate gli anni 00. Due impressionanti saliscendi (o scendisali), e l’indice è ancora sotto 1400. Dopo più di dieci anni. I 00 assomigliano agli anni 70, un decennio in cui l’indice è rimasto a 100, di nuovo con due forti oscillazioni. I 70 erano stati preceduti da trent’anni di quasi ininterrotta espansione: dal 1942 al 1970 l’indice era salito da 8 a 100. Prima ancora, gli anni 30 avevano visto due tremende oscillazioni, la prima delle quali, da ottobre 1929 a luglio 1932, aveva portato l’indice da 30 a 4. L’indice ritornò a 30 nel 1954, venticinque anni dopo.

Alla luce di otto decenni di dati, cosa si può prevedere per il prossimo decennio? La risposta è: niente. Otto decenni sono, per l’appunto, otto decenni. E da otto osservazioni passate pressoché nulla di sufficientemente robusto sul piano statistico può essere pronosticato per la nona osservazione a venire. Certo, su ottant’anni di dati si possono ricavare innumerevoli finestre decennali. E di queste, solo una rassicurante minoranza presenta variazioni negative. È sulla predominanza di finestre decennali positive che si basa l’argomento a favore di “Stocks for the Long Run”. Si dice: “La storia dimostra che è raro che le azioni scendano nell’arco di dieci anni.” Dunque: investite in azioni, e tenete duro. Ma il conto è fatto su finestre sovrapposte, e quindi altamente dipendenti. Se il decennio che va dal 1 gennaio 1990 al 31 dicembre 1999 è positivo, è molto probabile che lo sia anche quello che va dal 1 febbraio 1990 al 31 gennaio 2000. I decenni indipendenti sono solo otto (o qualcuno in più se si va indietro al 1870). E 3 su 8 sono stati nulli o negativi. Non pochi. E per di più nel paese vincente del ventesimo secolo.

Negli anni 80 e 90 si era fatta progressivamente strada l’idea che l’investimento azionario fosse solo apparentemente rischioso. “Non spaventatevi quando le azioni scendono. Tanto prima o poi risalgono, e nel lungo periodo vanno sicuramente su”. Gli anni 00 hanno smentito questa erronea disposizione, e mostrato in tutta evidenza la cruda realtà del rischio azionario, che tale è stata negli scorsi ottant’anni e tale sarà nei prossimi dieci.

Disclosure: Il mio patrimonio è ad oggi quasi interamente investito in azioni.

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