Design Kit - Inspiration and referencesFocus sulla disciplina: Interaction Design

L’Interaction Design è parte integrante del panorama disciplinare legato al progetto e alla ricerca. La percezione più comune vuole l’Interaction Design direttamente correlato alla tecnologia o più...

L’Interaction Design è parte integrante del panorama disciplinare legato al progetto e alla ricerca.

La percezione più comune vuole l’Interaction Design direttamente correlato alla tecnologia o più precisamente all’Information and Communication Technology (ICT), alla Human-Computer Interaction (HCI), al mondo del digitale, al facile accesso alle informazioni e alla tecnologia delle telecomunicazioni, all’intrattenimento e agli oggetti/manufatti/spazi in cui la tecnologia/informazione è ospitata/dichiarata.

In realtà l’Interaction Design di oggi ha, nella veste più contemporanea, una fortissima relazione con tutte le discipline legate al progetto/ricerca e alla relazione dell’uomo con l’ambiente reale in cui vive, in cui lavora e si muove. Si preoccupa di studiare e supportare le pratiche e le attività giornaliere. È applicato all’utilizzo degli oggetti/strumenti, ma anche agli spazi di relazione, considerando i tempi, i contesti, i bisogni e i comportamenti delle persone.

Il Design dell’Interazione è multidisciplinare e interviene a supporto del progetto anche attraverso l’applicazione di tecnologie leggere, invisibili e a basso impatto, annunciando scenari vicini alla realtà e traducendo quello che ancora non esiste in prodotti, spazi e servizi di semplice utilizzo ma con un alto contenuto prestazionale.

La ricerca, l’osservazione, la strategia, il processo, la conoscenza dei bisogni e dei comportamenti umani, la comunicazione, l’attenta analisi delle metamorfosi socio-economiche e culturali, le opportunità di business, l’efficacia dei servizi e la semplicità delle loro applicazioni, sono alcuni elementi fondamentali di un metodo di lavoro attento e completo che vuole catturare i valori e le rilevanze più importanti allo scopo di produrre manufatti di qualità, qualsiasi sia la loro dimensione, materia o finalità.

Il Designer dell’Interazione è per sua natura dotato di una straordinaria visione progettuale capace di tracciare le linee guida principali attraverso la definizione di un “Problem Setting”, prima ancora di dare un valore risolutivo al progetto, “Problem Solving”.

L’interaction Design è sia Indagine che Strumento operativo utilizzato in molti campi progettuali/scientifici/culturali. Chi utilizza il Design dell’Interazione non cerca una risposta immediata e intuitiva ma investe parte del suo tempo per capire e studiare l’ambito in cui il progetto/ricerca insiste.
È un’opportunità affascinante, dove l’esperienza del progettista/ricercatore sposa le richieste della committenza coinvolgendola nel processo, (clienti, aziende, istituzioni, organizzazioni, multinazionali, partner, CEO, direttori, manager, capo commessa, interlocutori diretti, fornitori, artigiani, ecc.), lavorando a stretto contatto con le esigenze degli utenti finali e contribuendo ad un lavoro di squadra capace di generare un nuovo traguardo culturale.

All’interno della Cultura del Progetto, esistono diversi livelli di utilizzo/impiego dell’ID. Vediamone alcuni:
Digital and Interaction Design approfondisce l’ambito degli oggetti appartenenti alla Consumer Electronic e dedica particolare attenzione agli spazi mediatici interattivi (Interactive Object, Media and Spaces) e ai Servizi legati alle tecnologie innovative, all’ICT/HCI ecc..
Media Entertainment lavora su modelli di intrattenimento innovativi che utilizzano le prestazioni di media leggeri, integrati agli ambienti o agli oggetti quotidiani e massivamente diffusi, fissi e portatili.
Digital Communication attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative sperimenta nuovi linguaggi e formati comunicativi.
User Experience progetta l’usabilità dei sistemi interattivi e la loro qualità attraverso il processo
cognitivo-esperenziale.
Interactive Media da forma alle relazioni e alle interazioni con i media, i sistemi e gli artefatti interattivi e ad alto contenuto prestazionale.
Service Design traduce le prestazioni in interfacce utili agli utenti, facilitando le interazioni e l’accesso veloce al sevizio richiesto.

Ma chi lo usa?
L’interaction Design è dedicato a chi ha interesse nel creare interazione tra uomini-oggetti-spazi attraverso un Design Process e l’ausilio delle Tecnologie Digitali. È una disciplina per chi desidera “fare e pensare” (inspiration and outcomes, concept and physical production); menti progettuali in grado di elaborare allo stesso tempo strategie e produzioni reali, con una buona capacità di visione e di sintesi, di traduzione e di rappresentazione della complessità in linee guida operative. Elaborare, smontare, creare, processare, rappresentare, allestire, trasformare. Più che altro, non ci si preoccupa solo di creare oggetti e spazi piacevoli/utili ma di progettare anche come interagirci.

Il mondo del progetto fondato sull’interazione è molto più ampio e parte da presupposti più profondi; lo introduce molto bene Bill Moggridge, (Design guru) in una delle più recenti pubblicazioni sul tema in “DESIGNING INTERACTIONS” (DVD allegato), ISBN 978-0-262-13474-3, www.designinginteractions.com/, che si avvale del contributo di molti altri prestigiosi professionisti e del prestigioso MIT, Massachusetts Institute of Technology Cambridge, Boston, Massachusetts, Stati Uniti. Moggridge racconta molto bene le fasi e le evoluzioni dell’ID, testimoniando come attraverso il progetto la vita giornaliera di migliaia di persone si è radicalmente trasformata ed evoluta.

Un altro libro prestigioso, di forte impatto e ricchezza progettuale è “Past Tense, Future Sense: Competing with Creativity: 80 Years of Design at Philips” by Stefano Marzano (Hardcover – Oct 1, 2005) ISBN 90-6369-116-5, che ripercorre gli ultimi decenni di produzione di oggetti iconici, ricchi di fascino e dalle performance interattive. Riferimento del contemporaneo, se pur auto-celebrativo, illustra le ricerche e i risultati più utili all’uomo. www.design.philips.com.

Dal sogno alla realtà il passo è stato breve?
Molti progettisti visionari, hanno avuto il coraggio di tradurre le loro intuizioni in linee guida, per poi trasformarle in sistemi produttivi e realizzarle attraverso la nascita di veri studi professionali, come ad esempio lo studio internazionale IDEO che si definisce così: “A Design and Innovation Consulting Firm, Specialists in human factors, psychology, business, design, engineering and manufacturing for product innovation and design”. www.ideo.com/.
O ancora il caso dello studio Frogdesign: “We are a global innovation firm. We help create and bring to market meaningful products, services, and experiences. We understand the culture of technology and the design of business”, www.frogdesign.com. Dichiarazioni queste che fanno facilmente immaginare quanta energia alimenta questa disciplina e quante persone/aziende lavorano in questa direzione con l’obiettivo di migliorare i nostri spazi e stili di vita.

L’Italia ha sempre ben rappresentato a livello internazionale la Cultura del Design dell’Interazione, spiccano nel tempo l’IDII e DA, rispettivamente l’”Interction Design Institute di Ivrea” e “Domus Academy”, ora intergate sotto un unico tetto. Entrambe appartengono o sono appartenute al mondo dell’education, ma hanno senza dubbio generato un gradino culturale di valore alto, di avangurdia, con sede italiana e strutture professionali interne di sviluppo e ricerca di altissimo livello. Dall’esperienza di Ivrea nasce poi nel 2006 ID-Lab, l’Iteraction Design Lab, www.interactiondesign-lab.com/index.php?lang=it e negli anni 80’ si crea il Domus Academy Researc Center, http://darc.domusacademy.it/.
http://interactionivrea.org/en/index.asp
http://en.wikipedia.org/wiki/Interaction_Design_Institute_Ivrea
www.domusacademy.com/interactiondesigndept
http://en.wikipedia.org/wiki/Domus_Academy

Molto interessanti sono anche le pubblicazioni degli almanacchi di IDII e le Edizioni Domus Academy:
www.docstoc.com/docs/5539933/Interaction-Design-Almanacco-2003,
www.docstoc.com/docs/5539942/Interaction-Design-Almanacco-2004,
e del libro “Mobile embodiments. New convergences in mobile telephony” ISBN 88-89121.02-5.
www.hoepli.it/titoli.asp?editore=DOMUS+ACADEMY

Recentemente, Massimo Banzi con Arduino ha progettato un open-source electronics prototyping platform dalle mille applicazioni possibili, semplice da utilizzare a livello hardware e software e dai costi molto contenuti. www.arduino.cc/, http://arduino.cc/blog/. Arduino, che in sostanza è una piccola motherboard e tool di controllo per azionare sistemi di ogni tipo, è diventato in poco tempo la piattaforma più utilizzata al mondo.

Questi sono solo alcuni spunti dai quali partire per entrare in livelli di approfondimento sempre più specifici.

Altri link
http://twitter.com/#!/billmoggridge
http://twitter.com/#!/tceb62
http://mag.wired.it/rivista/storie/hai-un-idea-geniale-fai-come-mr-arduino-regalala-e-diventa-ricco.html#content
http://we-make-money-not-art.com/archives/2007/04/ifid-gillian-cr.php
www.wired.com/search?query=interaction+design&cx=006791239123053240581%3Abaihhvcnaxc&x=0&y=0&cof=FORID%3A9&ie=UTF-8

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