Da oggi si potrà viaggiare tra Pechino e Shanghai in meno di cinque ore in treno e potendo utilizzare internet, con un servizio bar come quello che si può avere sugli aerei, e tutte le comodità possibili, ma cosa più importante, partendo ed arrivando puntuali, in qualsiasi condizioni del tempo. Quello che era un’idea solo otto anni fa, ora è una realtà che porterà circa 180 mila persone al giorno tra la capitale economica cinese e quella politica.
Ne avevo già parlato in un precedente post e non voglio ripetere cose già dette (“Shanghai Pechino vs Milano Roma” del 14 giugno u.s. ). Vorrei solo fissare qui alcuni pensieri.
Ci troviamo a vivere in una società che viaggerà sempre più velocemente. Mentre più di vent’anni fa si doveva fare scalo tra Asia e l’Europa perché i voli non avevano l’autonomia necessaria a fare il salto senza scali, ora in solo dieci-dodici ore si arriva in estremo oriente, e nei prossimi vent’anni sarà possibile ridurre ulteriormente il tempo di volo a 5-7 ore con meno consumo di carburante e su aerei che porteranno anche fino a 800 passeggeri.
Vent’anni fa si viaggiava in Cina su treni che arrancavano a 50 km orari a causa della rete fatiscente. Ricordo con orrore il viaggio tra Chengdu e Pechino di quasi 52 ore, in terza classe e fatto quasi tutto in piedi.
Tempi che per fortuna saranno ora a meno di dieci ore sull’alta velocità, e questo permetterà alla Cina di ridurre le distanze tra le varie città e con una perfetta integrazione tra rotaia e volo proprio per creare opportunità di sviluppo per l’ovest del paese meno coinvolto dallo sviluppo economico delle coste.
Qui di seguito l’esempio dell’hub di Hongqiao a Shanghai, perfetta integrazione tra ferrovia ad alta velocità, aereporto internazionale e metropolitane per l’area urbana.
E’ questo il tema che dovrebbe interessarci: poter viaggiare sempre più facilmente e velocemente in tempi certi, permette ad aree meno sviluppate di essere considerate dagli investitori per lo sviluppo e per le attività che faranno crescere il paese.
In questa situazione, francamente non comprendo le resistenze che si fanno allo sviluppo di una rete ferroviaria ad alta velocità in Europa che permetterà non solo di far viaggiare le “mozzarelle” più veloci, ma di permettere a tutto il continente di essere attraversato da nuove arterie che permetteranno l’avvicinarsi delle grandi città alle aree meno sviluppate e creando sinergie importanti. Se non lo faremo, in Italia e specialmente il Sud del paese, resterà scollegato e irrimediabilmente perso rispetto altre aree. Pensate ai turisti che potrebbero muoversi più facilmente per creare valore e ricchezza in aree dove ci si muove come in Cina 20 anni fa.
Tutto questo dovrà però essere fatto controllando i costi e i tempi di realizzazione. Se lo sviluppo su rotaia diventa un’altra occasione per la criminalità (mi riferisco anche a quella in giacca e cravatta, non solo alle cosche) per lucrare e arrecare danno al paese, allora è meglio lasciar perdere e fare altro. Non è infatti comprensibile come è possibile non poter controllare i costi e i tempi (vedete la linea tra Napoli e Milano che ha richiesto venti anni per essere completata). In Cina 1300 km di ferrovia ad alta velocità tra Wuhan e Canton, pur utilizzando tecnologie europee, hanno richiesto solo 6 anni dall’avvio del progetto alla innaugurazione e i costi previsti sono stati rispettati. Oltre i giudici, come si dice, anche i costruttori dovrebbero “pagare” se sbagliano e se volontariamente rallentano i lavori. In Cina chi sfora i tempi, viene fortemente sanzionato ed eliminato da altre gare fino ad essere espulso da qualsiasi lavoro futuro. Questo è un forte deterrente per non lucrare sugli incrementi di costi sulle materie prime..
Se non vogliamo restare arretrati come lo sono certe zone degli Stati Uniti slegate dai flussi di merci e persone se non fatte viaggiare su gomma, allora dovremmo creare le condizioni perché si possa sviluppare il trasporto veloce, integrandolo con gli aeroporti e permettendo alle nuove generazioni di beneficiare di un mondo sempre più interconnesso.
Forse pochi sanno che una città come Chongqing, 34 milioni di abitanti, la città più grande al mondo ma non so perché sempre fuori dalle statistiche e mai citata sugli atlanti (dove ho avuto modo di viverci per due anni nei miei vent’anni di Cina), è dallo scorso dicembre collegata all’Europa con un treno ad alta velocità che porta le merci nel cuore della Germania e fino a Rotterdam, in solo 10 giorni, e a breve questo tempo scenderà a 7 giorni.
In barba ai pirati che attaccano i convogli al largo della Somalia, e creando il primo collegamento diretto veloce tra il Vecchio Continente e la Nuova Asia.
Quindi il futuro viaggia su ferrovia e non solo sugli aerei. E questo anche a vantaggio dell’ambiente dato che il trasporto su rotaia è più sostenibile che quello su gomma o aereo.
Come vedete sulla mappa qui sopra, se non si farà in modo di spiegare all’opinione pubblica come sta cambiando il mondo, e non con i manganelli, l’Italia rischia di restare fuori dai flussi più importanti del futuro e di diventare sempre più periferia dell’Europa, sempre più vicina al nord Africa.