Bussola cineseRAI International e l’immagine dell’Italia: mutare subito direzione per cambiare gli stereotipi italiani nel mondo!

Avete mai provato a sintonizzarvi su Rai International ? Non so quanti di voi hanno avuto modo di fare questa esperienza e sarebbe interessate parlarne. Per chi vive all’estero, avere la possibili...

Avete mai provato a sintonizzarvi su Rai International ?

Non so quanti di voi hanno avuto modo di fare questa esperienza e sarebbe interessate parlarne.

Per chi vive all’estero, avere la possibilità di vedere un canale nazionale è come mantenere un legame con il proprio paese, e per un momento si ha l’illusione di non essere poi tanto lontani.

Ricordo quando agli inizi degli anni novanta cercavo di ascoltare la Radio italiana (Radio 1) quando mi trovavo nel bel mezzo della Cina, disperso tra le campagne e le industrie cinesi, e a volte riuscivo ad ascoltare persino Radio Vaticana che aveva un gran bel segnale (ebbene si, eravamo ridotti anche a fare questo pur di avere notizie da casa, la musica sacra o le messe erano il pegno da pagare…) e lo potevo fare utilizzando una radiolina ad onde corte, che ancora conservo tra i miei cimeli del nuovo rinascimento cinese. Era con quella radiolina che mi tenevo aggiornato degli eventi di mani pulite e di quello che accadeva a casa nostra.

Oggi sembra che sia una cosa così scontata avere notizie in diretta tramite internet oppure con la parabola. Anche solo 13-15 anni fa era una cosa molto difficile essere informati. Cercate di immaginare venti anni fa in Cina quando si usava il telex per comunicare con l’ufficio. Il paese era certamente molto ma molto più chiuso di ora.

Una volta sono rimasto quasi isolato per circa 6 mesi, dal novembre 1993 alla fine di maggio 2004, non c’era alcun modo di avere notizie dove mi trovavo e non era permesso avere parabole per prendere segnali delle TV americane. Quando arrivo a Pechino e recupero da un amico che era appena rientrato dall’Italia una copia del Corriere della Sera, scopro che il nuovo Presidente del Consiglio era i Presidente del Milan! Quasi non ci credevo tant’è vero che ho pensato che quella fosse una copia del “Male”, un giornale satirico di tanti anni fa. Invece era proprio vero . Una scesa in campo repentina che mi aveva colto impreparato. Questo per ricordare come erano le cose un tempo e come ora sono cambiate.

Che cosa rappresenta una televisione globale che si possa accedere ovunque, quando sei in albergo, oppure da casa predisponendo di una parabola? Vediamo un po’ che cosa offre oggi la televisione del mio albergo dove mi trovo a Pechino (un cinque stelle aperto tre mesi fa): CNN, BCC, NHK International, TV-5 France, TVB 8-HK, HBO, ESPn, MTV, un paio di canali tedeschi, e ovviamente una trentina di televisioni locali cinesi e di Hong Kong e Taiwan. Che cosa manca? Proprio lei, Rai International! Ma dove è?

Qualche anno fa era possibile trovare il canale negli alberghi, tant’è vero che sceglievo il luogo dove dormire in funzione della disponibilità del segnale italiano. Sembra che ora non sia più possibile trovare il nostro canale nazionale negli alberghi in Cina, ma anche andando in giro per l’Asia la situazione non migliora, è praticamente difficile trovare un albergo con la nostra rete sintonizzata nelle TV.
E’ più facile vedere un telegiornale in spagnolo o tedesco che sapere le notizie di casa nostra. Com’è anche in pratica impossibile trovare giornali italiani se non in qualche aeroporto importante.

Che cosa vuole dire questo?

Al giorno d’oggi, l’immagine di un paese si costruisce anche con la comunicazione, con messaggi diversificati e con una presenza costante nei media dei vari paesi. Sono noti, infatti, gli sforzi compiuti dal governo francese nel diffondere le proprie reti televisive più importanti nei menù di scelta di quasi tutte le catene alberghiere, e sono riusciti a far trasmettere anche notiziari ufficiali in lingua francese e a far dedicare delle trasmissioni in francese alle televisioni di stato cinesi. Stessa cosa ha fatto il governo tedesco.

Ora torniamo a Rai International.

A casa mia a Shanghai ho dovuto installare un’antenna parabolica dedicata per connettermi. Circa due anni fa il segnale si riceveva da un satellite che includeva un ventaglio di canali dove si poteva vedere la CNN e gran parte dei maggiori canali come HBO, Disney Chanel etc., poi all’improvviso il segnale è stato spostato su un altro satellite.

Per fortuna ho trovato chi mi ha aiutato a cambiare sistema per ricevere la RAI ma ora volta il segnale è in compagnia di solo una decina di canali secondari: una TV russa, una cubana, brasiliana, e pochi altri, no CNN, no BCC, nessun canale in inglese o francese, soli soletti tra russi e sud americani. Mi chiedo, chi sceglierà (di non italiani residenti all’estero) di prendere un sistema dedicato per vedere solo la Rai? Chi ha studiato questa novità di relegarci su un bouquet così marginale?

Anni fa potevo vedere la Rai anche in Mongolia (dove abbiamo un ufficio dal 2003). Addirittura ho conosciuto mongoli che avevano imparato l’Italiano semplicemente guardando le trasmissioni in italiano, a dimostrare la grande voglia di crescere e di conoscere che esiste in Asia. In Cina negli anni sessanta e settanta, i giovani avevano solo una possibilità di affinare l’accento quando di nascosto imparavano l’inglese (era proibito farlo), ci si collegava a VOA, Voice of America che da Hong Kong trasmetteva 24 ore su 24 ed era l’unico accesso al mondo esterno.

Ecco dimostrata l’importanza di considerare come fondamentale la propria vetrina sul mondo, il canale che dovrebbe far conoscere l’Italia attraverso le proprie trasmissioni ma che continua a essere invece considerata la cenerentola della RAI.

Entrando nel merito delle trasmissioni RAI apriamo un altro capitolo triste.

Accendi la TV e ti ritrovi tra balletti e gambe a gogò, prove del cuoco sempre presenti (la mia donna delle pulizie ha imparato a cucinare qualcosa di italiano guardando la TV!!), giochi a premio. Diamo un’immagine di paese confuso, di gente che gioca e che scommette, a volte trasmette qualche cerimonia religiosa o una partita di calcio, in pratica nessuna sostanza, solo un puzzle di trasmissioni del giorno prima o anche più vecchie senza capire che il pubblico che ci guarda non è solo italiano ma è il Mondo!

Come fare per migliorare la situazione? Certamente rivedendo la posizione della rete nel mondo. Non possiamo puntare solo sui paesi dove notoriamente ci sono Italiani. Anche i tedeschi hanno canali globali in lingua inglese, il messaggio arriva a tutti. I cinesi stessi hanno CCTV9 che trasmette in Inglese per farsi conoscere meglio.

La mia impressione è che si sottovaluti la potenza e l’importanzadi questo mezzo di comunicazione per toccare l’Asia e non solo, in maniera più diretta.
Non ci si dovrebbe rivolgere solo agli Italiani, ma si dovrebbe cogliere l’occasione per lanciare messaggi importanti ai consumatori nel mondo ma anche ai possibili investirori e in particolar modo ai turisti.

Quindi abbiamo un bacino importante da curare e gli si dovrebbero dedicare dei canali, e non riciclando trasmissioni , certamente belle ma adatte al pubblico Italiano.

Avere un mezzo come quello televisivo per comunicare messaggi positivi ma anche facendo vedere la realtà Italiana così come è, con le sue debolezze ma anche con le sue opportunità, è certamente il compito di un servizio pubblico, ed il prodotto non si “vende” da solo. Abbiamo la presunzione che l’Italia di venda sa sola, ma purtroppo non è così più.

Quasi tutte le televisioni estere che si vedono in Cina hanno uffici in loco per seguire lo sviluppo delle reti e fare in modo di diffonderle il più possibile. E i giornalisti che seguono il paese per le varie televisioni estere, viaggiano di continuo dentro il paese, senza restare fissi nelle grandi città, parlano la lingua e non si fermano a riportare le notizie trovate sulla stampa in lingua inglese.

E la Rai che fa? Come fa a spendere tutti quei milioni di euro per Rai International se poi in gran parte ricicla le trasmissioni andate su rete nazionale?

Sono proprio curioso di saperlo.

Il mio è solo il pensiero di utente, certamente non di un esperto, ma da un attento osservatore.

Viene quasi di impulso parlare di queste cose, proprio perché chi opera all’estero tiene molto all’immagine dell’Italia proprio perché è il nostro biglietto da visita. Immagine che è sempre di più compromessa e associata a gambe e tette esposte in televisione per cercare di addormentare le coscienze degli italiani, ma che però non convince chi ci osserva nel Mondo. O forse per migliorare dovranno chiedere il canone anche ai cinesi??

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