Conversazioni, da salotto oppure da pub. Fortuna che c’è gente in giro che sa scrivere e divertire al tempo stesso, senza arrogarsi crediti che manco desidera avere. Abr, a merely virtual entity, sa il fatto suo e lo traduce in un godibilissimo post per il sito che manda avanti con il sottoscritto, prendendo spunto dal libro di Andrea Ballarini “Manuale di conversazione – Come fare bella figura in salotto (senza necessariamente sapere quel che si dice). Di seguito, alcuni spunti.
Manuale di conversazione – Il rugby
– Il rugby, sport rude ma assolutamente non violento. Stroncare l’adagio citando Berbizier: “Chi non riesce a reggere un cazzotto, meglio si dedichi al tennistavolo”. Cogliere l’occasione per stigmatizzare le etichette buoniste.
– Ironizzare sulla definizione “uno sport di contatto”: lo è il ballo, mentre il rugby è un combattimento. Preferire il termine “lotta” nel caso di ambito intellettual-progressista. Evitare di chiosare “à la guerre comme à la guerre” anche nel caso di pronuncia francese impeccabile: fa cultura media.
– Destare ilare scalpore notando che molti dei più competenti giornalisti e commentatori specializzati, risultino del tutto inadatti al rugby dal punto di vista fisico. Name dropping consigliabile, ma solo utilizzando cenni affettuosamente familiari. Nel caso di urto di sensibilità personali, deviare prontamente la discussione su Brunetta, il Cav o Sarkozy.
– Il rugby è di destra o di sinistra? All’emergere della tesi destra, ricordare Mandela; per la sinistra, lasciar cadere la frase dell’estremista Labour Philiph Toynbee: “A bomb under the West car park at Twickenham on an international day would end fascism in England for a generation“. I più non afferreranno lo houmor inglese ma altri apprezzeranno la vostra dimensione culturale proiettata oltre la provincia.
– Solo chi ha giocato può capire davvero il rugby. Approvare convintamente qualifica automaticamente l’ex o attuale giocatore; far notare come ciò sia condizione necessaria ma spesso non sufficiente, certifica che avete giocato più di un paio di partitelle tra amici e che di rugby e sui suoi commentatori, la sapete lunga.
– Se la discussione scivolasse sull’omosessualità nel rugby, rammentare l’antico motto degli All Blacks: “Subdue and penetrate” – sottometti e penetra. A scanso di equivoci, ammiccare verso le signore.
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