A Londra domenica c’era Rupert Murdoch, atterrato dalla sua Australia per mettere direttamente mano al casino scoppiato con la scoperta che il News of the World era entrato e aveva manipolato cellulari in cerca di storie succose da pubblicare in prima pagina. Un affare che si sta ingrossando e già si vocifera che dopo il domenicale, potrebbero chiudere tanto il Sunday Times quanto il Sun – e allora sarebbe davvero una tragedia perché una terza pagina come quella del Sun non la offre nessun altro, al massimo sono pallide imitazioni.
Sempre a Londra, quartiere Twickenham – e sempre di domenica – si sono dati appuntamento i vertici della Rugby Football Union, la federazione di rugby inglese che è rimasta senza un chief executive a meno di sessanta giorni dal via del Mondiale in Nuova Zelanda. L’Inghilterra è al lavoro sotto la guida di coach Martin Johnson, ma i capoccia latitano dopo le dimissioni di Martyn Thomas. E’ il logico corso degli eventi dopo il breve regno di John Steele, durato qualche mese e nulla più e crollato in seguito alla gazzarra sorta attorno alla carica di performance director, ruolo di “coordinatore” tra il rugby di alto livello (massime leghe) e nazionale inglese. Si diceva che la RFU avesse contattato anche Nick Mallett, il ct dell’Italia che dopo la Coppa saluterà gli Azzurri, ma il nome più quotato per la sedia (anche perché in molti hanno risposto “grazie, ma preferisco allenare”, Mallett compreso) rimane quello di Sir Clive Woodward, che ha allenato l’Inghilterra campione del mondo nel 2003, in Australia (guarda te, che circolo vizioso tra queste due isole).
Paul Murphy è il sostituto ad interim di Thomas, che rimane chairman e che continuerà a rappresentare la RFU nell’International Rugby Board, il governo mondiale della palla ovale. Ad interim, ovviamente, perché lo statuto della federazione richiede sessanta giorni di tempo per riunirsi e procedere alle votazioni per le nuove nomine. Giusto in tempo per il calcio d’inizio dei Mondiali.
Circoli viziosi: mancano meno di due settimane ormai all’inizio del Tri Nations, il torneo che si disputano Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. Molto più di un antipasto in vista dell’appuntamento di settembre. Tra i più interessati al prodotto c’è chiaramente Murdoch, forte della copertura televisiva garantita dal suo network. Il magnate ha appoggiato l’allungamento del calendario del Tri Nations negli anni (si è arrivati a giocare di fatto per quasi tutta l’estate tra luglio e agosto) e ha investito un sacco di soldi nella creazione del Super Rugby, il campionato tra le franchigie australi utile per provare a tracciare delle proiezioni in vista del TN stesso: da lì Wallabies, All Blacks e Springboks attingono a piene mani per stilare le squadre da mandare in campo.
Ovunque ti giri in questi giorni vedi Rupert, insomma.