Gli italiani fra i 18 e i 29 anni

Chi sia curioso di sapere che cosa pensano gli altri, può chiaccherare a voce o via facebook, può leggere i post di commento agli articoli dei giornali on-line. Nessuna delle succitate modalità per...

Chi sia curioso di sapere che cosa pensano gli altri, può chiaccherare a voce o via facebook, può leggere i post di commento agli articoli dei giornali on-line. Nessuna delle succitate modalità però elimina il problema della “selezione preventiva”: i propri amici solitamente sono dello stesso gruppo sociale, ecc. I lettori di un giornale solitamente la pensano come quel giornale, ecc. Vediamo allora che cosa ci dice un’analisi fatta in maniera tradizionale – ossia con un campione. La Doxa indaga “sul risparmio e le scelte finanziarie degli italiani” e l’economista Giuseppe Russo analizza e commenta i risultati. Del malloppone (1) estraggo solo la parte che riguarda i giovani fra i 18 e i 29 anni:

“L’89 per cento è celibe e il 96,3 per cento senza figli.

Il 77 per cento vive in casa con i genitori o in abitazione messa da loro a disposizione. Tale percentuale si mantiene alta (65 per cento) anche sopra i 24 anni.

Il 39 per cento studia e il 61 per cento è forza lavoro. Quest’ultima si divide nel 46 per cento che lavora e nel 15 per cento che cerca lavoro. Solo il 51,5 per cento degli occupati, tuttavia, ha un lavoro a tempo indeterminato.

Meno di un giovane su due (47,4 per cento) si dichiara indipendente finanziariamente. Tra coloro che sono indipendenti, uno su tre lo è stato solo per una parte dell’anno e il 47,1 per cento dei finanziariamente indipendenti continua ad avere necessità del sostegno parallelo dei genitori.

I giovani sono soddisfatti dei servizi del proprio intermediario finanziario, ma sentono il mondo dell’economia, come quello delle istituzioni politiche, lontano dai propri bisogni. Percepiscono più vicini a sé la scuola, il volontariato, lo sport e la cultura.

Solo l’1,5 per cento del campione spende più di un’ora alla settimana nella lettura economica e finanziaria e la maggior parte dichiara una modesta comprensione dell’economia e della finanza. Da ciò l’inclinazione alla delega e all’uso del conto corrente come strumento di impiego prevalente del risparmio.

Il 40 per cento dei giovani finanziariamente indipendenti ha risparmiato una quota di entrate lievemente inferiore ai seniores, con una percentuale di risparmio però più alta (15% la mediana), essenzialmente dovuta ai minori impegni dell’età. Le tre ragioni prevalenti del risparmio sono, per i giovani, il motivo precauzionale, il futuro matrimonio e l’acquisto futuro di una casa.

Il 15 per cento dei giovani è anche investitore, ma l’orientamento è simile a quello dei seniores. Al primo posto tra le caratteristiche degli investimenti viene sempre la sicurezza. Sul totale di coloro che risparmiano, oltre due terzi dichiarano di lasciare i propri risparmi (o il frutto delle entrate) sul conto corrente, senza investirli. Emerge una bassa conoscenza degli strumenti di risparmio. Il 49,9 per cento non sa cosa siano le obbligazioni e l’83,6 per cento non conosce i fondi o le altre forme di risparmio gestito.

Il mattone è l’investimento preferito. Un giovane su cinque tra quelli over 24 abita del resto in una casa in proprietà e circa l’11 per cento ha in corso l’ammortamento di un mutuo immobiliare. È probabile che l’acquisto della prima casa sia avvenuto con l’aiuto di famigliari e parenti e renda i giovani soddisfatti di questo tipo di impiego del denaro.

L’interesse dei giovani per l’epoca della loro pensione è limitato. Tra il 50 e il 60 per cento non sa formulare alcuna ipotesi sul tasso di sostituzione del proprio reddito all’epoca della pensione. L’8,2 per cento ha un fondo pensione, ma quasi in nessun caso vi ha investito contributi propri. Si tratta della conversione dei TFR.

Ben il 10,4 per cento dei giovani ha anche in corso un rimborso di un prestito rateale (a parte il mutuo), in larga prevalenza acceso per l’acquisto di una vettura, ma solo lo 0,7 per cento sta restituendo più di un prestito personale.”

La mia conclusione – piuttosto ovvia: i giovani sono sostenuti dai legami famigliari, e hanno le stesse abitudini finanziarie dei genitori. In breve, quasi tutti non sono yuppies (2).

(1) http://www.centroeinaudi.it/news/1110-indagine-2011-sul-risparmio-e-sulle-scelte-finanziarie-degli-italiani.html

(2) http://it.wikipedia.org/wiki/Yuppie

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