Get Rock In Your CloudJim Morrison, a 40 anni dalla morte una vita per immagini

“Più si scava nella vita di Jim Morrison e più ne rifulge la leggenda: Il Re Lucertola è stato e rimane trasgressivo, lirico, bello, eternamente giovane; poeta maledetto, evangelista acido, ha sap...

“Più si scava nella vita di Jim Morrison e più ne rifulge la leggenda: Il Re Lucertola è stato e rimane trasgressivo, lirico, bello, eternamente giovane; poeta maledetto, evangelista acido, ha saputo catturare le inquietudini della fine degli anni Sessanta e iniettarle nei suoi versi aspri e cupi, nella musica ipnotica e penetrante dei Doors, nei rituali sciamanici dei loro concerti”.

La seconda di copertina di Jim Morrison (2004), biografia adorante di Stephen Davis, è ancora oggi la sintesi più efficace dell’impatto di James Douglas Morrison sulla cultura contemporanea. La chiave è il “rimane” della seconda riga. Da quel 3 luglio 1971, da quella vasca piena in quell’appartamento di Parigi, il Re Lucertola non ha smesso di esistere. Ascoltato, iconizzato, da molti spesso resuscitato. Dopo 40 anni, ripercorriamo i momenti salienti di un’esistenza piena, grazie all’archivio straordinario di Youtube. Live, interviste, pezzi rari e le immagini di The Doors (1991, Oliver Stone), per dare romanzo e movimento a un’esistenza piena.

Il ribelle nasce dalla costrizione. Nato l’8 dicembre 1943 da George Stephen Morrison, ammiraglio della Marina, e Clara Clarke, James cresce insieme alla sorella Anne Robin e al fratello Andrew Lee all’interno dell’ambiente isolato e protetto della famiglie militari. La sua educazione è severa e itinerante, sempre vicino alle basi di servizio di papà. Nel 1947, a quattro anni, quello che lo stesso Morrison ha sempre definito l’episodio chiave della sua vita. Durante un viaggio in auto nel deserto, assiste all’agonia di una famiglia di Indiani nativi dopo un incidente. E’ lì che incontra lo spirito dello sciamano, la visione sovrumana che racconta in Dawn’s Highway (An American Prayer, 1978)

Il ragazzo cresce, la sua natura emerge. Nel 1963 è universitario a Tallahassee, Florida. Ma un’estate in autostop verso New York cambia tutto. Il mito beat di Kerouac, Ginsberg e Ferlinghetti, poi lo strappo con la famiglia e la fuga alla UCLA verso la crescente passione per il cinema, sua prima arte. E’ lì che trova l’impegno politico con Godard e Antonioni, ma soprattutto l’immaginario distorto dell’allucinazione del capitale The Doors of Perception (1953) di Aldous Huxley. Questo è uno dei due corti girati da Jim negli anni dell’università.

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Dopo la laurea, nel 1965 è bohemien convinto a Venice Beach. Mangia poco, dorme su un tetto e sviluppa le sue visioni acide nella poesia, con cui riempie taccuini su taccuini. E’ in quell’estate che la sua vita prende la strada da tutti conosciuta. L’incontro con Ray Manzarek porta alla nascita dei The Doors. La cultura è fertile e il successo è repentino. Nel 1966, il gruppo spopola al Whisky a Go Go, il music club più famoso di West Hollywood. L’anno dopo arriva il contratto con la Elektra e un primo album di fattura eccellente, l’omonimo The Doors. Light My Fire diventa subito una hit e porta l’invito in televisione al The Ed Sullivan Show, dove Jim si consacra come simbolo di ribellione. Il conduttore chiede al cantante di evitare la parola “higher” (riferita allo sballo da droghe). Morrison non si lascia sfuggire l’occasione e disobbedisce in modo provocatorio. Al termine dello show dirà: “Oggi l’Ed Sullivan Show lo abbiamo fatto noi”. Ecco il live e la scena raccontata nella trasposizione cinematografica.

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Il successo è all’apice. Rockstar e sex symbol universale, Jim regala la sua immagine al tempo con il celebre servizio in bianco e nero firmato dalla fotografa Joel Brodsky, chiamato The Young Lion (trad. “Il giovane leone”). Nel tempo però, la dipendenza da alcol e droghe diventa cronica. I litigi con i componenti della band aumentano, la relazione con la storica compagna (di vita e di sballi) Pamela Courson deraglia di continuo e con lei anche la vita artistica di Jim che alterna grandi esibizioni a sceneggiate da ubriaco molesto. Sono gli anni della barba lunga e del blues da highway. Ma nel 1969, la realtà entra di prepotenza in questa storia. Durante un concerto al Dinner Key Auditorium di Miami, Jim viene accusato di istigazione alla sommossa e atti osceni. Tour cancellato e via a un processo all’artista, che di fatto segna l’inizio fine dei Doors.

Morrison Hotel (1970) e L.A. Woman (1971) sono gli ultimi, disgregati album della band al completo. Nel marzo del 1971, Jim parte con Pamela per Parigi e lascia per sempre i Doors. Quattro mesi dopo, il 3 luglio 1971 viene trovato morto. La fine di una vita spinta al massimo. L’inizio del mito. Ecco quella che dovrebbe essere l’ultima esibizione del gruppo, andata in onda sulla Tv australiana nel 1971.

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