Qui non esistono sindacati, non ci sono associazioni di categoria ne’ organizzazioni che tutelino le fasce più deboli. E’ un far west: vale tutto, non ci sono regole. Come in una spietata giungla di cemento, vige la ferrea legge del più forte (e cioè sempre e comunque chi e’ nato qui).
Il mercato e’ sregolato, in un paese tax free dove assumere una persona ha costo zero. Per aprire una società o un’azienda bastano pochi giorno, purché il 51% rimanga di proprietà emiratina. Ci vuole uno sponsor locale, in poche parole, che riceve una quota fissa mensile o una percentuale sui profitti. E’ l’occupazione della maggior parte degli emiratini, che di fatto guadagnano senza lavorare.
Così mi sono davvero stupita leggendo che ora esiste una categoria protetta, almeno così hanno titolato i giornali: i consumatori. Certo, mi sono detta, nel tempio del consumismo non si poteva che cominciare da qui. Cercando di capire un po’ di più, però, il mio stupore e’ immediatamente svanito. Mi pareva strano che qualcuno facesse davvero gli interessi dei consumatori. Ingenuamente pensavo a qualche associazione che tutelasse dalle truffe oppure invitasse a un consumo più consapevole. No, nulla di tutto ciò.
Si tratta di una divisione del dipartimento dello sviluppo economico, la Commercial Compliance and Consumer Protection Division at the Department of Economic Development (DED) che, camuffata da un numero verde per raccogliere le lamentele dei clienti, protegge di fatto i negozianti. “Il nostro obiettivo – hanno dichiarato dal dipartimento – e’ di migliorare il settore del retail. Non siamo qui per prendere le parti del consumatore contro i negozianti, ma per sviluppare un ambiente sano per il business”.
Dunque attenzione shoppers di Dubai. Se acquistate un capo d’abbigliamento che non vi sta bene o vi fa difetto, potete cambiarlo, certamente…a un patto però: il negozio non deve avere i camerini. Se vi hanno dato la possibilità di provarlo, non c’è nulla da fare. E se un prodotto e’ rotto o difettoso? Beh, ottenere il rimborso non sarà cosa facile: negoziante e cliente devono risolvere il problema tra di loro. Chi potrà mai avere l’ultima parola?