La colazione dei mercati finanziari europei è stata eccitante. Anche l’aperitivo promette bene. Moody’s ha declassato il debito greco di tre note, da Caa1 a Ca, un passo sopra il default. E Piazza Affari è stata fin da subito fra le peggiori, arrivando a perdere fino all’1,9% nelle prime battute di scambi. Colpa anche di Intesa Sanpaolo, che ha visto tagliarsi il target price in modo netto da J.P. Morgan, da 3,05 a 2,10 euro. L’attesa è tutta per Wall Street. Come reagiranno gli investitori, che ancora non hanno un’idea chiara su quando arriverà l’accordo sul debt ceiling statunitense?
Prima di giudicare l’impatto dello stallo sul tetto del debito Usa, gli operatori hanno già prezzato il secondo bailout di Atene. La reazione non è stata positiva. I money market fund americani hanno ridotto nella notte scorsa la propria esposizione sull’Europa, preferendo riportare capitali a Washington. Inoltre, aumentano le vendite sui titoli bancari di mezza Europa, chiaro segnale di avversione al rischio. Come se non bastasse, il piano di salvataggio ellenico varato giovedì scorso dal Consiglio europeo non è riuscito ad arginare il contagio della crisi europea dei debiti sovrani. Il rendimento del titolo di Stato italiano decennale continua a essere oltre quota 5,5%, una soglia insostenibile per le nostre finanze pubbliche. Analogo è il movimento dei Bonos spagnoli.
Nelle Borse mondiali si sta verificando quello che si definisce fly-to-quality, ovvero la ricerca del porto sicuro. Se Europa e Stati Uniti, che vivono anche il rischio downgrade sovrano, non sono abbastanza tranquilli, meglio andare verso franco svizzero e oro. Non è un caso che il metallo giallo abbia raggiunto il suo massimo storico nella notte, 1.624,28 dollari l’oncia, subito dopo l’ennesimo stallo delle trattative sul debt ceiling. Troppa paura, troppe incertezze, troppa voglia di scaricare le patate bollenti, che aumentano di giorno in giorno.