Qualche tempo fa, in prospettiva di un libro che speriamo uscirà a breve, abbiamo chiesto a Michele Buda uno scatto notturno dei ponti di Santiago Calatrava a Reggio Emilia (l’architetto del nuovo ponte di Venezia per intenderci). Tre landmark in successione che segnano definitivamente il paesaggio alle porte della città per chi arriva in macchina, e che chi viaggia molto in autostrada forse conosce bene.
Anche da qui, in mezzo al nulla intorno all’infrastruttura, tra piana e cascine in abbandono, fanno un certo effetto: luminosi e pulsanti nel buio più blu, dalle linee accuratamente slanciate per accompagnare il traffico, renderlo quasi elegante, accattivante. Un’architettura sinuosa, affusolata direi.
A quanto pare lo stesso architetto disegnerà anche la stazione dell’alta velocità qui vicino, come dire o tutto o niente. Le amministrazioni non hanno troppa immaginazione, e una volta trovato un archistar meglio non mollare la presa, da entrambe le parti evidentemente. Questione di economia, e anche un po’ di pigrizia intellettuale.
Se uscite dall’autostrada anche voi per dare un’occhiata attenti a non perdervi nei gangli meno affascinanti degli svincoli, disegnati da saperi tecnici mai messi in discussione.
Anche quella può essere un’esperienza contemporanea, un’avventura, ma forse meno suggestiva.